Amnesty, Palermo capitale dei diritti umani Ruffini: «Modello da esportare in Europa»

«Palermo in questi anni ha saputo caratterizzarsi per l’accoglienza e l’integrazione, rispondendo in modo costruttivo all’emergenza migratoria. Un modello che vorremo riproporre ad altre città europee che invece costruiscono muri e preferiscono ghettizzare. La città sta costruendo un modello dove le culture dialogano: in questo senso mi sento di dire che Palermo è la capitale dei diritti umani nel Mediterraneo e rappresenta un faro di luce». Così il direttore generale di Amnesty International Italia Gianni Ruffini ha aperto i lavori dell’iniziativa Diritti in cantiere, la due giorni promossa da Amnesty ai Cantieri Culturali alla Zisa, che ha scelto proprio il capoluogo siciliano per la XXXII Assemblea generale da domenica 23 a martedì 25 aprile. Tra oggi e domani previsti una serie di incontri, seminari e spettacoli gratuiti sulle principali attività che Amnesty sta portando avanti: dalla ricerca della verità per l’omicidio di Giulio Regeni al caso di Gabriele Del Grande, al quale è stato dedicato un lungo applauso con l’auspicio di «una sua immediata liberazione».

«Siamo scioccati da quanto è successo a Gabriele – ha detto Ruffini -, stiamo seguendo attentamente il suo caso anche con l’aiuto della sezione di Amnesty turca, speriamo che quanto prima venga liberato e assolto da tutte le accuse. Si tratta di un altro caso che rischia di mettere a repentaglio la vita di un cittadino italiano. Purtroppo la Turchia sta vivendo un momento molto difficile, il timore è che il regime possa decidere adottare una logica di muro contro muro su questo episodio per rivalsa nei confronti dell’Europa e, in generale, dell’Occidente che l’ha messa sotto accusa per questa svolta autoritaria. Speriamo che questo non succeda, che le autorità turche dimostrino sensibilità e intelligenza». 

Al centro degli incontri il tema dei diritti umani, rivolti a studenti, insegnanti e professionisti: dall’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano fino a I Welcome, la campagna globale che chiede alla comunità internazionale politiche di accoglienza e di protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati. «Quando si è prospettata l’idea di realizzare a Palermo la nostra assemblea, è stata per noi il segno di una grande opportunità – ha proseguito il direttore di Amnesty -. Qui abbiamo una delle circoscrizioni più dinamiche e attive in grado di lavorare a fondo con la società. La nostra assemblea generale aprirà i lavori dopodomani, ma è cominciata già oggi con una prima giornata dedicata alla formazione. E con Palermo giochiamo in un terreno sicuro, abbiamo imparato ad apprezzare i palermitani che ci sono sempre stati vicini».

Grande l’apprezzamento che ha rivolto Ruffini al capoluogo siciliano in materia di tutela dei diritti dei migranti anche se, tra poche settimane, proprio a Palermo vedrà la luce un hotspot – una struttura leggera l’ha definita il comune d Palermo – che potrà ospitare fino 150 profughi che sbarcano al porto di Palermo. Un tema da sempre controverso sul quale il numero uno di Amnesty – pur non entrando nel merito della vicenda di Palermo che «non conosce» – ha ribadito un giudizio fortemente negativo: «Gli hotspot sono stati l’escamotage con cui l’Unione europea ha cercato di rendere più veloci e tendenzialmente più repressive le procedure di riconoscimento ed eventualmente di accoglienza dei rifugiati. Siamo nel trionfo della negazione del diritto e questo li rende inaccettabili. Agli hotspot si sono accoppiate le procedure di rimpatrio accelerato, i respingimenti, che servono per saltare le procedure. Ma ciò vuol dire saltare le leggi, i diritti ed evitare di confrontarsi con la possibilità, di far valer i propri diritti, ma anche di ricorrere contro sentenze ingiuste. Cio non vale solo per i rifugiati».

Durante l’inaugurazione è stato presentato anche il progetto Odissey, realizzato dall’artista di fama mondiale Ai Weiwei, il cui opening è previsto domenica 23 alle 19.30 alla Gam. Un’opera che l’assessore alla Cultura Andrea Cusumano ha definito «epica, con oltre 100 metri quadrati di disegni con al centro uno studio del fenomeno migratorio e la tematica dell’accoglienza racconta attraverso la storia del Mediterraneo, dai babilonesi ai greci, fino ad arrivare ai giorni nostri». «Pensiamo che per questa città essere capitale della Cultura non significhi soltanto arte, musica e teatro, ma anche cultura dell’accoglienza – ha aggiunto il sindaco Leoluca Orlando -. Per questo chiedo ad Amnesty di seguire questo percorso della città e di inserire nel cartellone della iniziative che si terranno il prossimo anno: sarebbe straordinario se alcune venissero realizzate assieme. I migranti ci aiutano a dare un volto umano alla globalizzazione e ci aiutano a scoprire e difendere i nostri diritti – ha concluso Ruffini – questo è il senso della trasformazione culturale che Palermo sta vivendo negli ultimi anni, da capitale della mafia a capitale della cultura dei diritti».

Antonio Mercurio

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