Amministrative, Pd e divisioni interne: caso Partinico E verso assemblea a Bagheria si riparte dalla base

Le elezioni politiche del 4 marzo hanno dato una batosta al Pd che ha ricevuto un segnale preciso di rischio tracollo. Dopo le dimissioni di Renzi e la successiva direzione del partito condotta dal reggente Maurizio Martina si è aperta una fase di duro confronto interno in vista dell’assemblea nazionale prevista tra almeno un mese. Un terremoto che scuote il partito dalle fondamenta e che si riflette anche in Sicilia e in particolare nel Palermitano dove 26 Comuni sono chiamati alle urne per la tornata delle amministrative di giugno. Tra quelli con più di 10mila abitanti ci sono Partinico, Casteldaccia e Capaci.  

Dal canto loro i Partigiani dem, che già in campagna elettorale avevano messo in discussione le modalità di selezione delle candidature e lo scollamento dalla base, già adesso lanciano l’allarme: «Alle amministrative di primavera il Partito democratico deve evitare di scrivere il secondo tempo del disastro elettorale», ha affermato Antonio Rubino. «Nei medi e grandi centri il Pd si sta presentando agli elettori con due o tre candidati, rischiando di apparire sconfitto in partenza. A nostro avviso la rigenerazione del Pd inizia dalle città: si rimetta in discussione tutto, anche i sindaci uscenti, provando a individuare i candidati migliori, leali ai cittadini e non fedeli alle correnti. Siamo convinti che solo una classe dirigente credibile, capace di buone pratiche di governo può farci vincere ed evitare la stessa debacle del 4 marzo», conclude l’esponente Pd.

Un caso esemplare in questo senso è proprio quello di Partinico dove l’area dem che fa riferimento al presidente del gruppo parlamentare Pd all’Ars Giuseppe Lupo avrebbe già dichiarato il suo appoggio alla candidatura di Mauro Nicolosi portavoce del Movimento città d’Europa. Una candidatura a cui lavorerebbero già da mesi. Dovrebbe essere sostenuto da una lista civica che mette insieme, oltre a una parte dei dem, una parte dei consiglieri comunali della scorsa amministrazione che si opponevano a Lo Biundo, alcuni dei quali gravitano nell’area del centrodestra. Dal lato ufficiale del Pd, ovvero quello che fa riferimento al circolo territoriale che già aveva fatto sentire la sua voce al tempo delle elezioni perché escluso dalla presentazione dei candidati, invece continuano gli incontri anche con pezzi del mondo civico partinicese. Il Pd vuole essere così punto di incontro per costruire una coalizione che possa esprimere una candidatura forte. 

Acque mosse anche a Bagheria che non è toccata dalle amministrative ma è uno dei luoghi dove si è sentito più forte il distacco tra il vertice e la base del partito. Il segretario del circolo Pd Orazio Amenta, rappresentante renziano nell’ultimo congresso nazionale ed eletto all’assemblea promette di fare sentire la sua voce. «Abbiamo indetto un incontro aperto venerdì prossimo per invitare la base a ricostruire le fondamenta di questo partito  – afferma Amenta – da Bagheria abbiamo lanciato subito un forte segnale di quello che stava succedendo, della mutazione genetica del partito e in particolare il fatto che, come le elezioni ci hanno rappresentato in maniera plastica, i circoli sono stati assolutamente ignorati e messi da parte. Ignorate le nostre grida di aiuto: molti circoli hanno chiuso per problemi economici o per dispute territoriali dove il Pd a livello locale non è intervenuto come a Santa Flavia, Villabate, Casteldaccia solo per citarne tre». 

Per Amenta il problema che si estende in tutta Italia anche nelle regioni rosse. «Mi stupisce che i dirigenti si accorgano di tutto questo quando si perde ma non funziona così. Bisognava pensarci prima di fare le candidature. A Bagheria i grillini hanno espresso due candidati locali e noi, che qui abbiamo fatto una battaglia senza esclusione di colpi contro l’amministrazione in carica non abbiamo avuto alcun candidato locale ma Maria Elena Boschi. A me va benissimo che Richetti, Lupo e Martina dicano che si debba ripartire dai circoli – conclude – però questa volta lo si faccia veramente: destinando a questi le risorse. Bisogna inoltre ricordarsi che i circoli esistono anche quando si deve cambiare la classe dirigente a partire da chi si impegna. Questo vorrebbe dire non essere ipocriti perché al momento vedo solo una grande ipocrisia». Amenta però registra che ci sono ancora tante persone di sinistra «lontane dal partito mi hanno telefonato dicendo che vogliono iscriversi. Quindi c’è gente che ancora crede in questo progetto». Dopo l’incontro di venerdì il prossimo passo per Amenta sarà quello di raccogliere le istanze e proposte comuni di riorganizzazione del Pd da parte dei circoli «figli di un Dio minore» da portare all’assemblea nazionale che eleggerà il nuovo segretario.

Stefania Brusca

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