Si scrive Amministrative, si legge grande torneo degli scacchi. Nella partita per la conquista delle 137 amministrazioni locali in Sicilia, c’è un’altra partita fatta di strategie e sottigliezze politicheche si gioca all’ombra dei santini elettorali. È così che, soprattutto nei cinque capoluoghi chiamati al voto (Catania, Messina, Siracusa, Ragusa e Trapani) i big della politica siciliana schierano i loro alfieri nella scacchiera, con l’obiettivo di fare scacco matto all’avversario.
I Cinquestelle si presentano in una cinquantina di Comuni sui 137 chiamati alle urne, considerano la partita assolutamente in salita e non si trincerano dietro il 28 a 0 delle Politiche nei collegi uninominali siciliani. Sanno che alle amministrative pesa molto meno il voto d’opinione e conta invece la conoscenza diretta, l’affidabilità del candidato, persino la simpatia. Però conducono la loro campagna elettorale assolutamente in linea con lo stile pentastellato, affrontano l’esame dei comizi di piazza e molto spesso si confermano tra le poche forze politiche ancora in grado di riempirle.
Ma tolta l’anomalia di sistema grillina, ben diversa è la situazione tra le forze politiche tradizionali. È così che dentro il big match catanese tra Enzo Bianco e Salvo Pogliese, ce ne sono altri, più piccoli ma non meno politicamente rilevanti. Dentro il Pd, ad esempio, è caccia all’ultimo voto tra l’area che fa riferimento a Luca Sammartino e Valeria Sudano da un lato, e l’area Cgil con Concetta Raia dall’altro. Ma Sammartino potrebbe ritrovarsi qualche suo uomo in consiglio anche dall’altra parte dello schieramento, cioè col centrodestra. Come è addiritura palese ad Acireale, il secondo comune catanese più importante al voto, dove il deputato del Pd ha piazzato una sua lista a sostegno del candidato di centrodestra Michele Di Re.
E ancora, guardando alla squadra di Pogliese, Forza Italia deve in parte fare i conti con la candidatura autonoma di Riccardo Pellegrino, ma è rinforzata però dal ritorno a casa dei figliol prodighi Giuseppe Castiglione e Giovanni La Via, che dopo gli anni al fianco di Angelino Alfano nel centrosinistra, tornano a misurarsi in una competizione elettorale, questa volta con loro candidati nella lista di centrodestra. Ma il derby in casa Pogliese coinvolge anche il candidato alla carica di primo cittadino, che ha due liste direttamente collegate a lui, con le quali conta di rafforzare il suo successo non soltanto nella sfida elettorale, ma anche tra i suoi alleati, magari portando a casa qualche consigliere comunale.
Debole invece la partita di Diventerà Bellissima, orfana dall’arresto di Marco Forzese, proprio nel momento in cui si stava occupando della composizione delle liste. A tenere le redini, tamponando i danni, sono stati Raffaele Stancanelli e Ruggero Razza, ma la lista ne ha comunque risentito, presentandosi agli elettori più debole rispetto al suo potenziale. A sponsorizzare i candidati Udc all’ombra dell’Etna sono Alessandro Porto e Giovanni Pistorio, mentre la lista della Lega è stata curata personalmente dal coordinatore regionale Angelo Attaguile.
E mentre è probabile un impegno diretto del governatore Nello Musumeci negli ultimi giorni di campagna elettorale al fianco di Pogliese, sembra che un altro inquilino catanese a sala d’Ercole, Claudio Fava, possa mantenersi più defilato rispetto alla campagna elettorale di Emiliano Abramo. Al suo fianco, invece, dovrebbe scendere in campo il deputato nazionale Erasmo Palazzotto.
A Messina è l’ex deputato Nino Germanà a giocare una partita importante, con una lista che fa direttamente riferimento a lui, nella coalizione di centrodestra a sostegno di Dino Bramanti, mentre in Forza Italia a risentirne è lo scisma tra Francantonio Genovese ed Emilia Barrile, già vicinissima a Genovese cinque anni fa col Pd, oggi candidata a sindaco con Messina 2030.
C’è poi l’anomalia Sicilia Futura: se Nicola D’Agostino a Catania si schiera con Pogliese, Beppe Picciolo a Messina ha una sua lista a sostegno del candidato dem Antonio Saitta. A sostegno di Saitta, con la lista del Pd, il deputato regionale Francesco De Domenico e l’ex rettore dell’Ateneo, Pietro Navarra, ma anche l’ex ministro Giampiero D’Alia, mentre la corrente più a sinistra, capitanata dall’ex deputato regionale Filippo Panarello, schiera i suoi in una lista parallela. A spendersi per la lista della Lega è direttamente il coordinatore Carmelo Lo Monte, mentre sul fronte Diventerà Bellissima, Musumeci e i suoi puntano su Ferdinando Croce. Per Fratelli d’Italia si impegna la deputata regionale Elvira Amata.
I big match sono quelli di Catania e Messina. E in effetti, sembrano i pochi, i big a spendersi in prima persona negli altri capoluoghi di provincia. Tra questi, Giovanni Cafeo, Bruno Marziano e Marika Cirone al fianco di Fabio Moschella a Siracusa, Giuseppe Oddo, Baldo Gucciardi e Paolo Ruggirello al fianco di Giacomo Tranchida a Trapani. A Ragusa, invece, Claudio Fava interverrà a sostegno di Giorgio Massari, mentre i Cinquestelle si giocano tutto nel primo capoluogo d’Italia dove si presentano alle urne dopo cinque anni di amministrazione. Per questo è prevista la presenza non solo di Giancarlo Cancelleri e dei deputati regionali, ma anche di Luigi Di Maio.
«Anche la Sicilia avrà il suo avamposto spaziale. L'Osservatorio astronomico dell'Esa consentirà di perlustrare gli spazi più…
Una donna che cercava di portare 30 grammi di hashish nel carcere Lorusso di Pagliarelli…
La polizia di Stato ha eseguito il provvedimento con il quale il questore di Catania ha decretato…
«Abbiamo vissuto una serata di grande paura ma adesso fortunatamente possiamo tirare un sospiro di…
Con separati provvedimenti è stata dichiarata dal Prefetto di Trapani la sospensione ope legis della presidente del…
«Aiutare chi è in difficoltà e fuma, a smettere di fumare». Può essere sintetizzato così…