Amministrative a Favara, in tre per una fascia Per i candidati nodi rifiuti, sicurezza e dissesto

Tre nomi per una fascia. Chi la indosserà si troverà sulle spalle la responsabilità di guidare una barca su cui pesa il fardello del dissesto finanziario che, inevitabilmente, ha avuto il suo ruolo anche in una campagna elettorale in cui c’è stato poco spazio per le promesse ingombranti. Non per questo, però, a Favara non si è parlato del futuro della città. A sfidarsi saranno l’ex deputato Giuseppe Infurna, che sarà sostenuto tra gli altri da Lega, Forza Italia e Democrazia cristiana; l’ex assessore provinciale Salvatore Montaperto, che dalla sua avrà il supporto di Fratelli d’Italia e Udc; e l’ex consigliere comunale Antonio Palumbo, attorno a cui hanno scelto di convergere il centrosinistra e il Movimento 5 stelle.

Ecco le risposte dei candidati – rigorosamente in ordine alfabetico – alle domande poste da MeridioNews.

Infurna, la sua candidatura è sostenuta dal centrodestra ma non nella sua totalità. Avere un fronte politico diviso tra due candidati la preoccupa?
«Assolutamente no. Saranno i cittadini favaresi a scegliere il proprio sindaco in considerazione dei programmi proposti, della concretezza e della fiducia che ognuno di noi candidati saprà riscuotere nei confronti degli elettori sull’attuazione del programma stesso».

Con lei c’è anche la rediviva Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro. L’ex governatore torna nell’agone politico. Non teme possa incidere il trascorso giudiziario dell’ex governatore sulla campagna elettorale?
«Non penso proprio, Totò Cuffaro ha la sua storia politica alla quale si aggiunge quella personale. Ha ammesso i suoi errori e scontato con dignità ed educazione la sua pena dimostrando grande rispetto per la giustizia e le istituzioni. Così come enuncia la nostra Costituzione ha il diritto e il dovere di tornare a essere utile alla società. Detenuti non si rimane per tutta la vita. Ad ogni modo saranno gli elettori a scegliere e soprattutto a valutare il nostro programma di rilancio per la città».

Si troverebbe a guidare un Comune in dissesto finanziario. Quali sono i principali obiettivi che vorrebbe raggiungere?
«La stabilizzazione e la formazione dei precari per avere una macchina amministrativa efficiente capace di soddisfare le esigenze del comune e dei cittadini; un’immediata riduzione del costo della raccolta dei rifiuti per la quale i cittadini pagano servizi che vanno rimodulati in quanto insufficienti; e una riduzione della Tari e una base imponibile adeguata al servizio di raccolta, in quanto oggi i cittadini pagano una tassa per un servizio che, come ho già dichiarato, è insufficiente».

I netturbini hanno spesso scioperato per i ritardi nei pagamenti. A incidere è anche la cronica evasione della Tari. Quali sono le proposte per ridare serenità al settore?
«La lotta all’evasione è uno dei capisaldi della mia campagna elettorale, ma dovranno essere corretti i regolamenti comunali che oggi vedono per il cittadino una tassazione ingiusta (mi riferisco principalmente al pagamento della Tari per le case inutilizzate, senza mobili ed utenze), dovrà essere migliorata l’anagrafica tributaria e un efficientamento dell’ufficio Tributi con maggiore personale e una migliore logistica anche tramite un potenziamento informatico capace di incrociare i dati del cittadino contribuente».

L’ultimo quinquennio a Favara ha registrato anche diversi episodi di cronaca nera. Esiste un problema sicurezza in città?
«Gli episodi di cronaca nera competono alle autorità giudiziarie, all’ente locale compete un maggiore controllo del territorio. A Favara va potenziata sia la polizia municipale con una costante presenza degli stessi agenti sia la tenenza dei carabinieri oggi sottodimensionata per la dimensione della città. Se sarà necessario sono disposto a chiedere un incontro al prefetto per concordare insieme una maggiore presenza e controllo da parte dello Stato in tutto il territorio».

Montaperto, il centrodestra si è diviso tra lei e Infurna. Non c’è il rischio di danneggiarsi reciprocamente?
«Non mi preoccupa. Abbiamo creato una squadra assessoriale con persone competenti e qualificate,
siamo riusciti a formare sette liste con il sostegno di forze politiche a livello regionale che mi
supportano. Una persona da sola alla guida dell’ente non può risolvere tutti i problemi, questa città
ha anche bisogno dei deputati regionali che si spendono per ridare una nuova vita a Favara». 

In questa campagna elettorale ha deciso di non presentarsi ai confronti con gli altri candidati.
Come mai questa scelta?

«Ho deciso di non partecipare ai confronti perché ritengo opportuno concentrarmi serenamente al
confronto con la gente per la risoluzione degli annosi problemi che attanagliano la città. Tra l’altro il
clima politico acceso degli ultimi mesi non è utile a chiarire le posizioni in campo e ingenera solo
personalismi lontani dalla politica vicina agli interessi della gente».

Quali sono i principali
obiettivi che vorrebbe raggiungere da sindaco di un Comune in dissesto finanziario?

«Abbiamo stilato un programma che non è un libro dei sogni, ma abbiamo cercato di renderlo più
realistico possibile perché non vogliamo fare promesse per illudere la gente. All’inizio del mandato
verrà predisposto uno studio sulle ragioni obiettive che hanno portato alla situazione fallimentare in
cui si trova l’ente, in modo da approntare le necessarie misure e correzioni per il superamento di tutte
le criticità. La prima cosa che a Favara va ricostruita è la comunità: tutto può ripartire solo se si crea
un forte senso di comunità, in cui tutti dobbiamo sentirci indispensabili. Si dovrà rivedere la
riorganizzazione degli uffici comunali. I cittadini hanno il diritto ad avere servizi adeguati,
risposte rapide e certe, una burocrazia snella e performante, anche grazie all’implementazione di
servizi on-line e alla digitalizzazione delle procedure. Dobbiamo potenziare l’ufficio Europa per
intercettare finanziamenti che consentano di realizzare interventi in diversi settori, dallo
sviluppo urbanistico alla green city, dal supporto alle imprese al sostegno al commercio, dalla
promozione dell’azione sociale al sostegno dei giovani, dalle politiche di risparmio energetico al ciclo
dei rifiuti». 

Tra i problemi di Favara c’è senz’altro la questione rifiuti. I netturbini hanno spesso
scioperato e c’è una cronica evasione della Tari. Utilizzerà il pugno duro contro chi non paga i tributi?

«A Favara non è più possibile ritardare l’adozione di urgenti decisioni in materia di rifiuti.
Ci faremo promotori presso la Regione Siciliana di un piano straordinario di azioni che miri al
miglioramento strutturale e gestionale del servizio dei rifiuti. Ripenseremo un nuovo sistema di
raccolta differenziata, e rinegozieremo con le ditte il costo del servizio, attualmente assai oneroso per
i nostri concittadini. Premieremo i comportamenti virtuosi, attraverso incentivi economici che
consentiranno la riduzione della Tari, ma sanzioneremo gli incivili che continuano a sporcare la città.
L’evasione fiscale genera ingiustizie, disparità e risentimenti tra i contribuenti. Se tutti pagassero
quanto dovuto, ciascuno pagherebbe meno e otterrebbe più vantaggi». 

A Favara negli ultimi cinque anni è ritornati a sparare. Esiste un problema sicurezza in città? Come pensa di affrontarlo?
«La sicurezza e l’ordine pubblico sono obiettivi primari che l’amministrazione affronterà con ogni
mezzo a disposizione. L’amministrazione intraprenderà adeguate azioni di contrasto alla criminalità e
misure preventive. Tutte le aree urbane saranno monitorate, attraverso l’utilizzo di nuove
tecnologie, in stretta collaborazione sia con i privati sia con le forze dell’ordine. Installeremo e potenzieremo sistemi di videosorveglianza sul territorio comunale anche attraverso forme di
coordinamento e integrazione tra i sistemi già esistenti, anche privati. Potenzieremo l’illuminazione
pubblica e il decoro urbano utili a contrastare fenomeni criminali».

Palumbo, la sua candidatura arriva dopo il tentativo fatto nel 2016. Quanto e in cosa è diversa la Favara di oggi?
«Oggi Favara è una città più in difficoltà di quanto non fosse cinque anni fa. Io sono stato consigliere comunale di opposizione nel mandato precedente, e non possono quindi essere accusato di aver simpatie politiche per il predecessore di Anna Alba. Devo dire però che in questo lasso di tempo Favara ha visto incancrenirsi alcune tematiche e peggiorare altre. In più, ed è la cosa peggiore, c’è tanta disillusione verso una rivoluzione che era stata promessa e che in realtà non è arrivata».

Questa volta a suo sostegno c’è anche l’area grillina, che però è stata protagonista di profonde spaccature nell’ultima sindacatura e di un conflitto costante con la stessa sindaca. Quanto queste turbolenze possono incidere nella capacità di arrivare agli elettori?
«Potranno influire poco, nonostante alcuni tentativi di attribuire la responsabilità del tracollo della città all’area del Movimento 5 stelle che mi sostiene e che, già anni fa, prese le distanze da un’esperienza amministrativa che ritenne fallimentare. Va ricordato che, al momento di votare la mozione di sfiducia al sindaco uscente, furono i consiglieri di centrodestra a garantire la salvezza della sindaca Alba. Centrodestra che non solo è stato poi presente nelle sue giunte, ma che oggi accoglie nelle liste a sostegno di Giuseppe Infurna e Salvatore Montaperto molti candidati ex M5s o soggetti da essi indicati, dando prova dell’incoerenza profonda di un certo modo di fare politica che guarda solo ai pacchetti di voti e agli interessi di pochi. Noi abbiamo creato un progetto che è nato dal basso, con oltre 150 sottoscrittori: liberi cittadini che vogliono una Favara diversa. Questa idea ha trovato il sostegno di Pd e Movimento 5 stelle».

Nel caso venisse eletto, si troverebbe a guidare un Comune in dissesto finanziario. Una condizione che non consente di fare grandi promesse ai cittadini. Quali sono i  principali obiettivi?
«Infatti non abbiamo promesso nulla, ma non l’abbiamo mai fatto perché non è il nostro modo di fare politica. La priorità è quella di uscire dallo stato di dissesto finanziario andando ad approvare tutti gli strumenti finanziari arretrati e affrontando subito dopo la stabilizzazione del personale precario. Poi è il momento di affrontare una volta per tutte l’evasione, che raggiunge numeri troppo importanti per essere unicamente frutto di stati di bisogno economico. Aiuteremo chi non può permettersi di pagare, ma non tollereremo oltre i furbi».

Tra i problemi di Favara negli ultimi c’è senz’altro la questione rifiuti. I netturbi hanno spesso scioperato per i ritardi nei pagamenti. A incidere è anche la cronica evasione della Tari. Che soluzioni propone?
«Negli anni i dati della raccolta differenziata sono sistematicamente crollati e la quantità di discariche abusive in città è cresciuta in modo intollerabile. Questo è stato frutto delle lunghe fasi di abbandono. I netturbini difendevano i propri stipendi e lamentavano mesi di ritardo che li hanno portati all’esasperazione dovuti al bassissimo tasso di riscossione della Tari. La gente meno civile, molto semplicemente, a un certo punto ha smesso di credere nella raccolta porta a porta e anzi ha ritenuto fosse legittimo abbandonare tutto per strada. Questo non è più sostenibile: dobbiamo agire per recuperare chi non paga, aiutare chi non può pagare, vigilare puntualmente sull’applicazione del contratto nei confronti delle ditte e soprattutto mettere in campo delle misure di repressione contro chi abbandona i rifiuti».

L’ultimo quinquennio a Favara ha registrato anche diversi episodi di cronaca nera. Esiste un problema sicurezza in città? Come pensa di affrontarlo nel caso venisse eletto?
«I favaresi chiedono più Stato, perché ormai da tempo si sentono a tutti gli effetti abbandonati dalle istituzioni. Da anni si chiede, ad esempio, un potenziamento della caserma dei carabinieri, che oggi è sotto-organico. Purtroppo ad oggi sono mancate le risposte e non mancheremo di fare sentire la nostra voce. Per quanto riguarda le competenze dirette del sindaco, nel nostro programma è previsto un potenziamento del controllo del territorio da parte della polizia municipale. Oggi Favara è sprovvista di un numero adeguato di vigili urbani e colmeremo questa carenza con il personale già in servizio ma, se necessario, anche con le procedure di mobilità da altri enti».

Simone Olivelli

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