Amat, la relazione del Servizio di controllo del Comune Dati allarmanti e documenti mancanti

Si tratta dei dati relativi al primo semestre del 2015, o meglio al primo trimestre, perchè l’Amat, la partecipata del Comune che gestisce il servizio del trasporto pubblico della città, non ha presentato i dati del secondo trimestre, e dunque non è stato possibile completare la relazione come invece previsto dal regolamento.

Dati allarmanti, sui quali il consiglio comunale e la giunta dovranno certamente fare chiarezza e soprattutto cercare di scongiurare l’irreparabile, ovvero un eventuale dissesto. Anche se per il presidente dell’Amat Antonio Gristina, intervistato da MeridioNews, la causa va ricercata «nei tagli operati dalla Regione».

La relazione a cui si fa riferimento è quella redatta dal Comune, in particolare dal Servizio programmazione e controllo degli organismi partecipati che ha appunto il compito di vigilare e che è stata consegnata lo scorso 2 settembre al Consiglio comunale ed alla Giunta “per ogni opportuna valutazione e determinazione”.

La relazione parte dalla premessa che con nota del 28 aprile2015 (prot 330883 ) il Servizio aveva provveduto alla restituzione della proposta di budget 2015 predisposta dalla società poiché gli strumenti di programmazione predisposti dalla Società “non risultavano in linea con quanto previsto dal vigente contratto di servizio”. L’adozione del budjet – va ricordato – è uno strumento finanziario di spesa preventiva.

Nel budjet erano incluse le spese per il tram che non erano previste dal contratto. Una nuova bozza del contratto di servizio , unitamente al Piano Industriale 2015/2019 e al Piano Economico di gestione del Sistema Tram Città di Palermo è stata approvata dal Consiglio di amministrazione dell’Amat il 29 luglio scorso, ma nonostante questo, e nonostante il Servizio abbia sollecitato alla società l’invio di un’ulteriore revisione del budget 2015 alla luce dei nuovi strumenti di programmazione approvati dall’Organo Amministrativo, ad oggi non è stata trasmessa alcuna bozza revisionata del budget 2015.

«E se questa è la sconfortante premessa – dice a MeridioNews Antonino La Barbera, segretario regionale Cobas settore trasporti – i dati evidenziati in seguito non sono da meno. Dati che mostrano come l’Amat abbia una gestione inadeguata. Bisogna intervenire prima che sia troppo tardi».

Le considerazioni espresse da Sergio Pollicita, dirigente del Servizio di controllo, nonché capo di gabinetto del sindaco sono allarmanti. L’Amat – si legge nella relazione – non ha operato un’analisi degli scostamenti rispetto al budget approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta aperta del 30 settembre 2014 asserendo che «I dati rilevati per il primo semestre 2015, proprio in considerazione dell’ennesima mancata adozione del budget 2015 , che è uno strumento finanziario di spesa preventiva, da parte dell’Amministrazione Comunale, vengono in questa sede confrontati con quelli rilevati nel corrispondente periodo dell’anno 2014, non disponendo, di fatto, di un valido documento programmatico dl riferimento cui ispirarsi per misurare il risultato della gestione dell’esercizio in parola».

Secondo la relazione firmata da Pollicita, viene «Asserito e certificato dal Collegio dei Revisori, nonché dal soggetto incaricato della revisione contabile che l’equilibrio economico della gestione non viene assicurato dall’attuale composizione dei ricavi derivanti dall’esecuzione delle attività regolamentate dal vigente contratto di servizio».

Viene inoltre fatta una comparazione tra i dati al 30 giugno 2015 e quelli al 30 giugno 2014: «Emerge – dice il segretario dei Cobas La Barbera – il peggioramento di voci importanti del bilancio come il valore di produzione, il risultato operativo, pur in presenza di una riduzione dei costi di produzione. Come più volte abbiamo denunciato, l’Amat fa registrare un deficit preoccupante in termini di ricavi».

Il Servizio controllo del Comune ha messo in evidenza un decremento del valore della produzione di 4.925.80 euro pari al 10,3 per cento, rispetto al valore del semestre precedente, una riduzione dei costi di produzione di 2.936.510 euro pari al 6 per cento, rispetto allo stesso periodo dell ‘esercizio precedente, un risultato operativo peggiorativo rispetto a quello rilevato nello stesso periodo dell’anno precedente pari a 3.314.962 euro, un risultato negativo del periodo pari a 3.700.659 euro, nettamente peggiorativo rispetto a quello conseguito nel primo semestre 2014.

Nonostante sia previsto dal regolamento, non sono state fornite informazioni specifiche relative al secondo trimestre del 2015 e dunque non è stata prodotta la relazione relativa.

«La situazione è grave – continua La Barbera – va male la vendita dei biglietti dell’autobus che sono difficilissimi da trovare in edicole e tabacchi che non rientrino nella zona del centro della città. Dicono che ci sia stata un incremento della vendita degli abbonamenti, ma se l’abbonamento diminuisce di costo, l’impennata ci può anche stare – spiega il sindacalista – ma chi non compra il biglietto continua a non comprarlo. Quelli che snocciola l’amministrazione, sono numeri che di fatto non hanno comportato alcuna variazione in positivo, il ricavo di vendita è in picchiata».

Il riferimento è all’annuncio trionfale fatto – in sede di rendiconto – dall’assessore comunale al Bilancio, Luciano Abbonato, relativo a un utile di 70 mila euro: «Da un lato c’è la politica che dice che è tutto ok – aggiunge il sindacalista – dall’altro chi fa i controlli per conto del Comune stesso, evidenzia situazione drammatica. Com’è possibile? E non abbiamo i dati relativi al secondo trimestre 2015. Forse non possono fornirli? Certo è che un numero, come i 70 milioni di cui parla Abbonato, non sono comunque espressione di valore. Non servono. Abbiamo un parco macchine distrutto, autobus in sofferenza, con problemi tecnici evidenziati dagli stessi autisti come nel caso di 5 dei 18 bus nuovi. Sono idonei per una città di Palermo? Gli specchietti retrovisori sono sporgenti e nelle strade più strette, che a Palermo sono tantissime, hanno difficoltà a transitare, alcuni hanno problemi di sospensioni. Sembra quasi che ci sia stato un acquisto su catalogo, invece di essere calibrato alle reali esigenze. E pare che ci siano anche problemi sui sistemi antincendio.

Io come lavoratore e come rappresentante dei lavoratori sono preoccupato. Se i conti sono questi è plausibile temere un dissesto. Non ci sono ricavi. Se le entrate dell’azienda sono tre e vengono dalla vendita delle schede parcheggio, degli abbonamenti e dei biglietti, l’azienda deve fare in modo che questo avvenga. Il nostro è un servizio sociale, per il pubblico, è chiaro che non puoi ricavare tutto da queste tre fonti, ma almeno il 30-40 per cento devi riuscire a ottenerlo. Ma la gestione non funziona. Qualche esempio? Erano state chiuse le biglietterie di piazza Indipendenza, dove ci stanno i turisti – racconta – sono state poi riaperte dietro nostra sollecitazione. Ma è mai possibile che il sindacato si debba occupare di questo genere di cose e debba mettere in evidenza che è assurdo eliminare le biglietterie in una zona in cui si muovono i turisti? Altro esempio, – continua La Barbera -, da anni chiediamo una stazione di rifornimento del metano in azienda. Nulla. Così i nostri autobus a metano, che sono la metà, ogni giorno devono percorrere decine di chilometri a vuoto per andare e tornare, da via Roccazzo a via Lanza di Scalea per fare rifornimento».

Il presidente dell’Amat, Antonio Gristina, ieri ha dichiarato che «serve un nuovo contratto di servizio per fare reggere i conti in equilibrio».

Una soluzione che non trova d’accordo La Barbera: «Certo per i lavoratori sarebbe ottimo – dice – ma non è questo il modo. Non è questa la soluzione che per altro si rifarebbe sulle tasche dei cittadini, perché per aumentare il valore del contratto di servizio dovrebbero aumentare le tasse. Il punto è che non si vuole rendere l’azienda produttiva. Ho letto che l’azienda dà la colpa di questo stato di cose alla Regione e del taglio di 7 milioni. Certo, questo incide, ma l’azienda riesca a ridurre questa forbice di ricavi e costi? L’azienda devo fare il suo, devo fare in modo che il taglio sia ammortizzato in qualche modo. Deve incrementare i ricavi ed eliminare gli sprechi. Adesso – conclude la Barbera – vanno immediatamente convocati il consiglio comunale e assessore, perché la situazione va ristabilita al più presto».

Marta Genova

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