Per cinque anni hanno rilasciato falsi bollettini che attestavano il pagamento di centinaia di bollette dell’acqua. I soldi, che incassavano da utenti, però, restavano a loro. Oggi la Cassazione ha confermato la condanna a cinque anni di carcere per Carmelo Di Bella e Carlo Fasetti, impiegati dell’Amap, la municipalizzata dell’acqua di Palermo, entrambi accusati di peculato.
All’azienda, difesa dagli avvocati Giuseppe e Francesco Crescimanno è stata riconosciuta una provvisionale a titolo di risarcimento del danno di 200 mila euro. Il dolo, però, per la società del comune sarebbe di oltre 900 mila euro di mancati incassi. Il procedimento nasce da una denuncia della guardia di finanza arrivata dopo una segnalazione dell’Amap che aveva scoperto l’ammanco.
Secondo gli inquirenti i due dipendenti incassavano i soldi da cittadini o amministratori condominiali a cui rilasciavano ricevute di pagamento contraffatte trattenendo il denaro. Gli investigatori ipotizzarono un coinvolgimento di alcuni amministratori di condominio che avrebbero agito in concorso con gli imputati. Ma la tesi della complicità non è mai stata provata e vennero coinvolti solo i due impiegati che, nel 2013, finirono agli arresti domiciliari.
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