Cultura e spettacoli

Il Festival dell’Acqua, l’evento nella cornice di Altofonte. «Riscoprire gli itinerari antichi»

«Dove non si crede, l’acqua rompe». E poi: «Il molino non macina senz’acqua». E ancora: «Chi semina con l’acqua, raccoglie col paniere». Per finire con «Acqua che corre non porta veleno» e «Bevi del buon vino e lascia andare l’acqua al mulino». Questi sono alcuni accenni più significativi per sinterizzare come il pensiero dell’acqua entra da sempre nella cultura popolare mediante i proverbi e con aneddoti di esperienza come nelle relazioni personali e nei settori occupazionali come l’agricoltura e la biologia, ambientale ed economico – sociale, fino al sostentamento della vita stessa. IoComproSiciliano, come realtà di promozione della cultura e della forza lavoro regionale rappresentata dalle aziende produttive, ha voluto decantare, per l’intera giornata di domenica 11 giugno, tra la Piazza Falcone Borsellino Magistrati e i vicoli, la rilevanza del liquido essenziale nel Festival dell’Acqua mediante il connubio di intenti con lo scrigno dell’acqua in Sicilia: il Comune di Altofonte o U Parcu (dalla residenza e dimora per battute di caccia di Re Ruggero II) nell’area palermitana e il suo governo municipale con la prima cittadina Angela De Luca e il suo assessore Vitaliano Catanese. La community è riuscita a spostare e coinvolgere delegazioni da quasi tutte le province siciliane, nel dare corso a questo progetto di valorizzazione del Made in Sicily mentre l’amministrazione del centro di Altofonte ha ottenuto l’interessamento di una buona parte dell’hinterland della Valle dello Jato con le sue autorità. In compagnia dell’acqua si affaccia ad Altofonte la 2a Sagra della Nespola, a cui Il Pastaio Matto ha dedicato un primo piatto a base di Nespola.

Il Festival è stato un party di risorse imprenditoriali dalle più giovani come quelle dei liquori e amari (Gaetano Rumore – Medical Herbis con il suo Ambrosia alle Erbe Officinali associato alle succose e famose ciliegie di Chiusa Sclafani grazie all’azienda Blanda, Giuseppe Gallo con la sua azienda agricola che ha diffuso la filosofia dei trasformati dei Melograni siciliani, prodotti da lui: uno su tutti l’Amaro Don Carmè e il GinMelo come cocktail della festa; Giuseppe Lucca con la sua Azienda Agricola Biologica che coltiva mandorle e fichi d’India e ha fatto conoscere il liquore Futtitinni, a base di piante officinali ma anche altre varietà a base di mandorle e arance, alle imprese più storiche come quella che realizza il supremo Olio del Parco – fierezza di questa terra – vedi la Cooperativa dei Coltivatori Agricoli del Parco con il capo legale Maurizio Sala ,-.

Le origini delle sorgenti d’acqua e delle fontane dislocate lungo il sito palermitano sono state illustrate dai Cunti e Canti dell’autore e performer teatrale Sandro Messina, lungo il percorso Le Vie dell’Acqua, diventato turistico per l’occasione e anche per il futuro. Ad inserirsi nelle pause con gli stand di degustazione è stata la spumeggiante formazione folk Arbaria. Sul finale il duo musicale ironico La Truffa. Tutte le 22 attività partecipanti hanno portato talento e bontà, in termini di materie prime e preparazione culinaria siciliana. Uno dei massimi momenti di convivialità è stato il Pasta Show di Antonio Scarpinato che, con la sua azienda agricola, ha rilanciato la lasagna Scannaturi, servita su una tavola di legno su cui, in passato, si scannavano (da qui scannaturi) gli animali di cui cibarsi. E ancora grigliate di carne con macellerie Altofonte e la scottonae l’Azienda di Simona Gangi, con panini imbottiti di salsiccia, caponata e pomodori secchi ripieni. Notevole l’intervento dell’arte bianca espressa tra pizza e focaccia con Ted Formazione e il suo Focaccia Show. Non si possono dimenticare i prodotti caseari di Calogero Giampapa da Polizzi Generosa, Palermo, e la mortadella di Salvo Bilello – Camporeale – che è Medaglia d’Argento in Italia. Ancora il patrimonio dell’olio con il Frantoio Castellese che ha onorato il suo luogo nativo parchitano e Officine Kaggiotto di Chiara Scalia da Piana degli Albanesi con il suo oro in bottiglia. 

La sindaca Angela De Luca si dichiara «soddisfatta perché l’evento è stato organizzato molto bene. Gli espositori ci hanno deliziato con specialità artigianali: dalla pasta fatta in casa, elaborata davanti ai nostri occhi, alla focaccia e pizza, dalla mortadella pregiata agli assaggi di oli del territorio fino all’oggettistica di grande manifattura come le ceramiche e i bijoux. Gli abitanti chiedono a gran voce altre manifestazioni come questa e noi ci auguriamo che l’assessorato dell’Agricoltura possa mettere a disposizione ulteriori finanziamenti futuri come ha contribuito con questo successo».  Oltre ad essere patrocinata dall’assessorato competente, l’iniziativa ha camminato a braccetto con Made in Sicily e Sicily.eu che sono stati media partner. Altre prelibatezze della produzione siciliana che sono comparse in questo floridezza di sapori e di guizzi d’acqua: le mandorle dell’Azienda Rosaria Sgrò, i Vini Pecorella di San Giuseppe Jato, le verdure di Don Garrà, le uova dell’azienda di Marco Palazzolo, la salsa di pomodoro dell’azienda Giovanna Barresi, succo e granita di Melograno di Bontà Rossa di Sicilia e una chicca solo per il Festival dell’Acqua – la Canapa sottoforma di prodotti autorizzati per la vendita agroalimentare (di Agro Canapa F. Fidanza) quali Farina e Olio di Semi di Canapa e persino la Pasta di Semola e Semi di Canapa.                       

L’assessore Vitaliano Catanese ha aggiunto una dose di complimenti a tutta la logistica con un incitamento positivo nei confronti dell’utenza: «Molti conterranei hanno toccato per la prima volta l’acqua purissima che sgorga dalle nostre fonti, sbalorditi da quanta meraviglia ci sia a pochi chilometri dalle proprie case e comunità. Questa rassegna è stata per tutti, senza correre il rischio di esagerare, un esempio di vita perché ci ha insegnato ad aprirci agli itinerari antichi e, simultaneamente, nuovi perché trascuriamo spesso ciò che di stimolante c’è già ad un palmo di naso. E poi la provocazione ad abbandonare gli schermi e i monitor che ci tolgono lo spirito e il tempo alla socialità: Impieghiamo meno ore a seguire le maratone di serie TV in streaming, curiamo di più i rapporti interpersonali e andiamo a stanare la storia dei nostri popoli». Un’altra rassegna da mettere in conto per restare a bocca aperta sarà a metà luglio ad Altofonte in zona Obelisco di Garibaldi Note di Vino all’interno del Parco Robinson, di recente ripristinato, dove si potranno assaporare i vini di parecchie cantine, per vivacizzare la sigla del #PattoDelloJato.

Redazione

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