Altavilla Milicia, rinasce la villa che fu di un mafioso

Palloncini colorati liberati nel cielo da trenta bambini di Altavilla. Sono stati loro, infatti, i primi ad entrare nel nuovo centro aggregativo del paese inaugurato, ieri sera, nell’ex villa dell’imprenditore affiliato alla famiglia mafiosa di Bagheria, Salvatore Geraci. Un paradiso-bunker, costruito senza alcuna logica ambientale, sul mare, in mezzo alle rocce di uno tra gli angoli più suggestivi della costa palermitana. Trecento metri quadri su tre piani circondati da una lunga muraglia (con casotto per la sorveglianza armata), sovrapposti, a tratti, nella roccia naturale usata, in spregio a qualsiasi regola, anche come ornamento per la vasca idromassaggio o come cornice naturale di una piscina panoramica.

Dopo la morte dell’imprenditore ucciso per una faida interna all’organizzazione mafiosa nel 2004 e il sequestro del bene da parte dello Stato, la villa, come accade sempre in questi casi, è stata saccheggiata e vandalizzata fino all’inizio di quest’anno quando è stata assegnata al Consorzio Ulisse che ha iniziato un attento lavoro di recupero, aiutata dalle due maggiori centrali cooperative: Legacoop e Confcooperative.

“Oggi questo bene – ha detto Davide Ganci, presidente del Consorzio Ulisse – viene ufficialmente restituito al territorio ed alla collettività. Per tutta l’estate, nelle terrazze esterne, verranno organizzate iniziative artistiche e culturali. In futuro, dentro la villa, sorgerà invece un ostello della gioventù per fare incontrare giovani di tutto il mondo”.

Dieci stanze, sale comuni, marmi e parquet pregiati, discesa privata al mare e ad una splendida grotta naturale, la villa che da ieri porta il nome significativo di “Cambio Rotta”, potrà ospitare fino a trenta posti letto.

“Si parla tanto di questi tempi, dell’ipotesi di vendere i beni confiscati – ha sottolineato il presidente nazionale di Legacoop Giuliano Poletti -. Questo posto è la dimostrazione di quanto sia pericolosa e sbagliata questa strada. E’ forse ragionevole che qualcuno possa appropriarsi di questo mare?”.

“Se questo bene fosse venduto – ha aggiunto Poletti – questa comunità sarebbe più povera non più ricca e noi tutti avremmo perso clamorosamente un’opportunità”.

Dure le parole di Rosa La Plena, una dei consulenti di Legacoop nazionale per i progetti sui Beni confiscati alla mafia: “Esiste – ha denunciato dal palco – un’Agenzia per i beni confiscati ma dopo 2 anni, il lavoro ancora non si vede. C’è bisogno dell’impegno di tutti per fare funzionare la legge e per riuscire a mantenere i posti di lavoro delle aziende confiscate. Solo così possiamo dare il segnale che stare dalla parte dello Stato conviene più che stare dalla parte della mafia”.

“Legacoop Palermo – ha assicurato il presidente di Palermo Filippo Parrino – ha messo a disposizione tutte le proprie risorse e continuerà a seguire da vicino il progetto perché si possa pienamente realizzare nel più breve tempo possibile”.

“Questo progetto – ha detto invece il presidente di Confcooperative Palermo, Pino Ortolano – segna la sintesi tra Legacoop e Confcooperative e la volontà del mondo cooperativo di fare sistema per ottimizzare risorse e risultati”.

Una dimora da re, quella che Geraci aveva costruito, demolendo una palazzina preesistente in stile liberty, ampliando le quadrature e intervenendo sulla zona circostante. Un pugno nell’occhio se si guarda all’ambiente circostante, eppure scandalosamente in regola in fatto di permessi edilizi.

Tanti gli interventi apportati dal Consorzio “grazie – ha detto Giovanni Lo Nero, presidente della coop Telemaco che ha coordinato i lavori – al contributo volontario di molte professionalità del luogo: idraulici, architetti, tecnici che si sono prestati per restituire al Comune e alla Sicilia quest’angolo di paradiso. Persino il rinfresco è stato offerto gratuitamente da un bar del posto”.

Numerosi i lavori ancora da realizzare, soprattutto all’interno della villa, vandalizzata dopo il sequestro, proprio per renderne difficile il riutilizzo. Tra i partecipanti alla cerimonia di inaugurazione: il presidente regionale di Legacoop, Elio Sanfilippo, il presidente della Camera di Commercio di Palermo, Roberto Helg, il responsabile territoriale Unicredit, Roberto Bertola. E ancora: il senatore Giuseppe Lumia, il presidente della commissione attività produttive dell’Ars, Salvino Caputo.

Tra i presenti anche Emanuela Giuliano, figlia del capo della Squadra mobile di Palermo, Boris Giuliano, ucciso alle spalle da Leoluca Bagarella 33 anni fa. Era il 21 luglio del 1979.

Anche Emanuela si occupa oggi di Beni confiscati, monitorandone l’utilizzo come dirigente della Regione siciliana.

“Sono molto emozionata – ha detto dal palco – perché vedere un posto come questo che torna a nuova vita è una grande successo per la nostra terra. Purtroppo, ancora, in Sicilia circa il 50 per cento dei beni confiscati resta inutilizzato”.

Il Consorzio Ulisse è una cooperativa sociale, la cui compagine è composta da 19 società cooperative, a maggioranza sociali. Il Consorzio opera da quindici anni nel territorio siciliano con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di comunità attraverso la diffusione della cultura cooperativistica e della legalità. E’ socio della Legacoop e di Confcooperative e insieme a loro promuove progetti innovativi di riutilizzo e valorizzazione di beni immobili e aziendali confiscati alla mafia.

Redazione

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