Alta formazione? Non con la Regione

“Tutto questo non dovrebbe poter durare; però durerà, sempre; il sempre umano, beninteso, un secolo, due secoli …; e dopo sarà diverso, ma peggiore. Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra” (tratto da Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e dedicato all’assessore regionale alla Formazione, professor Mario Centorrino).

L’assessorato Istruzione e Formazione della Regione Siciliana, Dipartimento Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale, diretto dal dottor Ludovico Albert, ha pubblicato il 30 dicembre la graduatoria definitiva dei cosiddetti voucher per l’Alta Formazione. Si tratta di veri e propri “buoni” per l’acquisto di percorsi formativi variamente denominati, master di II livello universitario e corsi di perfezionamento post laurea, concessi al singolo richiedente e da spendere in un evento, ben identificato, promosso da soggetti accreditati e iscritti al relativo Catalogo Interregionale dei corsi di alta formazione di cui all’ottimo sito nazionale www.altaformazioneinrete.it
Requisiti essenziali per essere inseriti sono la laurea, la residenza nella regione e, per definire l’ordine di priorità nella graduatoria l’ISEE (il noto coefficiente richiesto anche per ‘iscrizione all’Università e, in genere, per l’accesso a molti dei benefici previsti dal residuo welfare del nostro Paese), infine, nel rispetto delle indicazioni europee, al genere femminile è riservata priorità.
Ecco le tappe del percorso: ad emanazione del bando, l’Ente progetta l’evento secondo una griglia molto ben definita nel sito sopra indicato, ne diffonde la notizia e pre-seleziona gli iscritti, supportandoli nella richiesta di voucher, quindi… si aspetta. Dopo circa sei mesi l’assessorato pubblica la graduatoria, distinguendo tra ammessi/finanziati e ammessi…e basta. Il plafond finanziario fissato è, ovviamente, ad esaurimento e, pertanto, il beneficio termina ad un certo punto della graduatoria. Ovviamente, in tal caso, l’Ente richiederà agli ammessi ma non finanziati il pagamento della quota di partecipazione.
Fin qui – con qualche sconto sui dettagli per non annoiare i lettori – la normale procedura in tutte le regioni italiane. Ma ecco la prima “scappatoia”: se, per esempio, un Ente ha fatto richiesta di 20 voucher e i beneficiari ammessi e finanziati sono in numero largamente inferiore, il suddetto ente, entro 20 giorni dalla data di pubblicazione della graduatoria, ha la facoltà di non attivare il corso per le seguenti motivazioni: rinuncia del partecipante, mancato perfezionamento dell’iscrizione (cioè il pagamento a carico del partecipante) o per il mancato superamento delle selezioni. Nella realtà e nella maggior parte dei casi, vengono attivati soltanto quei corsi i cui costi, a insindacabile giudizio dell’Ente, sono coperti da equivalenti voucher. Quindi il corso, ritenuto assolutamente valido prima di tale lungo iter, scompare nel nulla se non ha ottenuto abbastanza finanziamenti. Alla faccia del rischio d’impresa cui molti di questi corsi dovrebbero formare, la validità dell’evento formativo è esclusiva funzione del suo finanziamento.
Ma torniamo alla nostra graduatoria ancora fresca d’inchiostro della penna del dottor Ludovico Albert. Le richieste sono state 4111, gli ammessi e finanziati 1374 per un ammontare di 7.994.000 euro, i richiedenti ammessi… e basta, 2737. Dovremmo dunque aspettarci che nel 2102 circa 4000 giovani brillanti laureati frequenteranno ottimi Master di II livello e corsi di specializzazione.
E qui, tra pochi giorni, sarà interessante verificare quanti di tali eventi effettivamente saranno attivati. Possiamo per ora riferirci soltanto all’esperienza del passato che ha visto sopravviverne, alla citata graduatoria, piuttosto pochi.
Altro interessante elemento è l’ossessivo ripetersi della cifra 6000 euro per il 90% dei singoli voucher concessi. Sarebbe molto interessante comparare la durata, i contenuti, la qualità dei docenti e le prospettive occupazionali che hanno indotto la maggior parte degli Enti a valutare in modo così sospettosamente simile il costo del proprio prodotto. In pratica, si sono tutti regolati sul massimo, tanto, in ogni caso, non sono previste misurazioni degli effetti concreti in termini occupazionali dei corsi “eventualmente” attivati.
La graduatoria espone anche la ragione sociale degli enti in questione e ciò permette qualche ulteriore considerazione. Vi figurano l’Università di Palermo, che per un solo master ha ottenuto oltre 22 voucher e, complessivamente, una quarantina; le Università di Catania, Messina , Enna, Bologna, Ferrara, Reggio Emilia, Roma La Sapienza e CNR che, tra tutte, raggiungono quota 20.
Dei restanti 1330 voucher, circa 40 sono distribuiti tra ISIDA e CERISDI. Circa 1200 (il 90%) appaiono parcellizzati accanto ad una galassia di Enti di formazione certamente dignitosissimi, ma apparentemente vocati alla normale formazione “professionale” che, se quella in questione è definita “alta”, dovremmo per ordine grammaticale definire “bassa”.
Vi figurano nomi quali E-LABORANDO, Gruppo con sede legale in Roma e Arti & Mestieri, operante dal 2002 e con sede legale a Nicosia, provincia di Enna (con decine e decine di voucher, sono entrambi i più gettonati). E’ curioso come nei siti web di queste due organizzazioni, con sedi anche in Sicilia, non compaiano nomi di docenti, di coordinatori didattici né di responsabili formativi. E poi SOLARIS, Asterisco, ANAS (?), Forges, Eurosoluzioni, PROMOIMPRESA, Curs, Consulenza e Formazione snc, Associazione Team Project, ecc.(la graduatoria è disponibile sul web), quasi tutte con la rigorosa cifra 6000 euro, accanto.
Esterno notte. Un aeroporto siciliano, 1956. Dopo anni di formazione all’estero di cui gli ultimi all’Università di Stanford, torna in Sicilia Gabriele Morello. In macchina, lungo la strada statale che lo porta a Palermo, tiene accanto a sé una cartella di cuoio. Dentro ci sono uno statuto e un sogno. Il primo è la bozza di quello che diventerà lo statuto dell’ISIDA, il secondo è fondare nella Sicilia di Danilo Dolci e della Riforma Agraria, la prima Business School italiana che formasse Dirigenti e Imprenditori attraverso modelli di management d’importazione USA, all’epoca di eccellenza, ma da adeguare alla Sicilia per supportarne lo sviluppo industriale. SDA Bocconi non era ancora stata fondata. Morello riuscirà nell’intento e per oltre 40 anni realizzerà quell’Alta Formazione, di ampio respiro internazionale, di cui avremmo preferito parlare in questo articolo. La sua opera gli varrà riconoscimenti in ogni parte del mondo e la Presidenza dell’ASFOR, l’Associazione italiana che certifica la qualità delle Scuole di Alta Formazione. Oggi l’ISIDA ha quale Presidente il professor Gianni Puglisi.
Altro esterno, giorno, Monte Pellegrino, Primo Pizzo (m.346 s.l.m) 1934 Castello Utveggio. Edificato come albergo dall’omonimo imprenditore nel 1934 morto successivamente suicida, per cinquant’anni è adibito ad attività marginali, nel 1984 è rilevato dalla Regione Siciliana che, sotto la Presidenza di Rino Nicolosi, nell’88 lo dota di arredi, computer, foresteria e sale didattiche e lo affida a Salvatore Teresi, scomparso nel 2006, docente all’INSEAD di Fontainbleau e considerato uno dei maggiori esperti europei di management, che si circonderà di uomini come Claudio Demattè, Massimo Severo Giannini, Sabino Cassese, Vincenzo Fazio. Dovrà diventare la fucina in cui si formeranno, insieme, Manager Pubblici e Dirigenti d’Azienda. Ne faranno parte il Formez, le Banche siciliane, Confcommercio, Sicindustria, l’ESPI e l’Università.
Verrà, poi, dopo Tangentopoli, l’arresto di Nicolosi e le ombre su Alessandro Musco, la stagione di Padre Ennio Pintacuda. Vi trascorrerà una notte Giovanni Paolo II, in visita a Palermo nel 1995. Oggi il CERISDI è presieduto dal professor Adelfio Elio Cardinale, neo Sottosegretario al Ministero della Salute nel Governo Monti.
Ho divagato, ma la sola espressione “Alta Formazione”, lo stato in cui appare nel presente e l’ora tarda mi hanno portato inevitabilmente a inoltrarmi in quel terreno dei sogni perduti seguendo i quali, però, la Sicilia ed i suoi giovani più brillanti avrebbero avuto un destino diverso ed oggi, probabilmente, guiderebbero da leaders qualificati e generosi quel processo di sviluppo mediterraneo che è e rimane ancora tra le aspirazioni mai realizzate di un popolo di emigranti vecchi e nuovi.

 

Loris Sanlorenzo

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