Stop a licenziamenti, contratti di solidarietà fino a novembre ma distribuiti su tutti i siti e nessuno spostamento di traffico tra le varie sedi di Almaviva. Questi i punti chiave della proposta presentata dal Governo, durante il tavolo al Mise, a Roma, ma sulla quale manca ancora un’intesa. L’accordo, che a un certo punto è sembrato vicino, pare ancora lontano. Le distanze tra parti sociali e azienda sarebbero ancora nette perché per ritirare le procedure di licenziamento, 2988 in tutto il Paese, il colosso dei call center avrebbe chiesto, secondo fonti sindacali, l’applicazione dei contratti di solidarietà al 45% senza integrazione aziendali per le sedi di Palermo e Roma – quelle più colpite dai tagli, rispettivamente 1678 e 918 esuberi – al 35% per Napoli (400 i tagli), e percentuali irrisorie per gli altri centri.
In cambio, l’esecutivo si sarebbe impegnato a monitorare, con incontri mensili insieme con azienda e sindacati, l’applicazione degli interventi già preannunciati durante il tavolo di settore (dalla verifica dell’applicazione dell’articolo 24 bis da parte dei committenti alle gare al ribasso e inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta le regole). Un confronto assai complicato quello ancora in corso al ministero per lo Sviluppo economico, che dura da oltre di sei ore, e che ha visto a un certo punto l’esecutivo impegnato in due tavoli separati vista l’impossibilità di raggiungere un accordo tra sindacati e azienda, irrigiditi nelle loro posizioni. La viceministra Teresa Bellanova ha ribadito l’impegno del governo al monitoraggio sul rispetto delle regole di settore, mentre è sempre aperto il tavolo per una riforma globale del mercato dei call center in Italia, unica garanzia per un orizzonte a medio e lungo termine della tenuta occupazionale.
«Se le parti raggiungono un’intesa, il governo si impegna ad un monitoraggio mensile dell’accordo – ha detto la viceministra -. Ci siamo seduti intorno a questo tavolo per chiudere positivamente. Noi stiamo facendo la nostra parte. Ci siamo già impegnati con un emendamento al ddl Concorrenza che inasprisce le sanzioni del 24 bis contro le delocalizzazioni, continueremo ad usare la nostra moral suasion con le aziende committenti, così come faremo tutte le verifiche sulle aziende appaltanti. Le risorse dello Stato – ha concluso -devono dare prospettiva e stabilità al lavoro».
«Siamo molto preoccupati perché ci sembra lontana una soluzione positiva della vertenza – affermano il segretario generale Slc Cgil Palermo, Maurizio Rosso e Rosalba Vella, Slc Cgil – continuano a persistere distanze tra azienda e sindacato, e non c’è certezza che i licenziamenti vengano scongiurati ma potrebbero confermati a distanza di qualche mese. Per noi è imprescindibile che il salario dei lavoratori non venga toccato – concludono – e che non si attuino spostamenti di commesse come dichiarato dal Governo».
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