Almaviva lascerà i locali della storica sede di via Tommaso Marcellini, a Palermo. La conferma arriva dall’azienda stessa che, contattata telefonicamente da MeridioNews, annuncia la disdetta dell’intero palazzo in zona corso Calatafimi prevista per fine giugno o inizio luglio. Una decisione «da tempo preannunciata – spiegano da Almaviva – all’interno di un processo di riorganizzazione delle attività che verranno concentrate in via Cordova, dove è previsto un parziale ampliamento». Già nei giorni scorsi la notizia era in qualche modo trapelata per via di numerose inserzioni apparse sui principali siti di annunci immobiliari dal contenuto inequivocabile, con tanto di foto. Dell’operazione si sta occupando una società – lo stabile non è di proprietà di Almaviva che corrisponde ogni mese un affitto – ma, contattando il numero indicato, si ricevevano informazioni poco chiare. Come l’assenza di certezza sulla fuoriuscita di Almaviva e il dubbio che l’attuale inquilino possa mantenere l’utilizzo di due soli piani. Ma ora che la conferma c’è e arriva direttamente dall’azienda, la domanda è dove andranno i circa 2600 lavoratori attualmente ospitati in via Marcellini.
L’altra sede, in via Filippo Cordova, ne ospita solo 1500 e, a meno di trovare nuovi locali, non potrebbe accoglierli tutti. Almaviva preannuncia lavori di ampliamento degli uffici all’angolo con via Libertà ma difficilmente ci sarà spazio sufficiente. E, considerati i 1700 esuberi annunciati da tempo, il clima non è dei migliori. «Siamo molto preoccupati – afferma il segretario della Slc Cgil Palermo, Maurizio Rosso – e non c’è stata data alcuna comunicazione ufficiale. Non sappiamo nulla ma, in caso di abbandono della sede di via Marcellini, mi sembra improbabile che i lavoratori vengano trasferiti tutti in via Cordova. Sinceramente speravamo in un rilancio da parte dell’azienda e non, invece, in una politica di dimezzamento – aggiunge -. Le voci circolavano già da mesi e potrebbero combaciare con quelle secondo cui tra qualche giorno potrebbero partire le prime lettere di licenziamento».
Ai lavoratori, infatti, la solidarietà scade a maggio e l’azienda ha 75 giorni di tempo per mandare le prime comunicazioni di preavviso. Ma queste sono solo ipotesi. Al momento, di certo c’è solo il tavolo nazionale permanente al Mise, a Roma, che ha messo insieme Comune, Regione, sindacati e operatori nel tentativo di trovare una soluzione. Fra le ipotesi al vaglio c’è la proroga dei contratti di solidarietà per il 2016 e la cig per il 2017: le singole vertenze verranno affrontate con tavoli di confronto su ogni questione. Per Almaviva Palermo il prossimo incontro è fissato per il 18 aprile e allora il quadro sarà più chiaro.
«L’anno scorso a Roma nell’accordo siglato in Confindustria avevo posto come tema centrale proprio la sede di Palermo – prosegue Rosso – e ora siamo riusciti a porre sul tavolo del Mise tre temi fondamentali: una politica industriale per questo settore con investimenti in tecnologia e formazione, discussione seria sugli ammortizzatori per 2016-17 e l’applicazione del 24 bis, le sanzioni per chi delocalizza in modo non trasparente. Siamo riusciti a portare al tavolo anche la Regione ma l’unica assente rimane l’azienda che non dà segnali né di sviluppo né di mantenimento dei livelli occupazionali. Se se ne vuole andare, deve dirlo chiaramente – conclude – ma faremo tutto ciò che è in nostro potere per impedire che Almaviva lasci la Sicilia».
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