Congelare i licenziamenti in attesa della riforma del settore. Questa, in sintesi, la richiesta che il viceministro del Mise, Teresa Bellanova, ha rivolto oggi ai vertici del colosso call center in Italia durante il tavolo nazionale che si è svolto al ministero a Roma. Un’istanza che accoglie l’appello di operatori e parti sociali per salvaguardare 2988 posti di lavoro tra Palermo (1670), Roma (918) e Napoli (400). L’azienda – erano presenti il presidente Marco Tripi e l’amministratore delegato Andrea Antonelli – si è detta disponibile a valutare la sospensione della procedura di mobilità riaggiornando la riunione al Mise a mercoledì 20 alle ore 10.30, proseguendo «il percorso di definizione delle regole di settore». Nel frattempo, i vertici della società e sindacato si confronteranno e solo dopo la società deciderá o meno la sospensione: Almaviva ha convocato le rsu per il 18 e 19 aprile nella sede di Unindustria, a Roma.
Sul tavolo, tuttavia, rimangono da sciogliere i nodi che riguardano una riforma profonda, come denunciato da tempo da sindacati. Nel corso dell’incontro durato all’incirca tre ore e concluso intorno le 15, tra le richieste ribadite dai dirigenti del call center come interventi di settore, «l’applicazione dell’art. 24 bis, stop delle gare al ribasso, l’applicazione delle clausole sociali e la disponibilità di ammortizzatori sociali». L’Azienda denuncia la crisi del settore, dove le tariffe sono scese di oltre il 14% a fronte di un aumento del costo del lavoro di oltre il 15%. Dal 2010 /2011 in poi tra l’effetto della crisi è quello delle delocalizzazioni, si sono generati quasi 80 milioni di perdite e negli ultimi 10 anni niente utili né dividendi. Attualmente si perdono 1,5 milioni di euro al mese e l’80% dei clienti produce ricavi al limite della sostenibilità mentre il 30% produce perdite. PerI i vertici di Almaviva il vero problema è il rapporto tariffe-costi.
«Almaviva Contact – si legge in una nota – in vista dell’aggiornamento del confronto presso il Mise fissato per il prossimo 20 aprile, accogliendo l’appello del Governo a verificare la possibilità di sospendere la procedura in corso, senza mettere ad ulteriore rischio l’equilibrio aziendale, verificherà nei prossimi giorni con le Organizzazioni Sindacali le condizioni e gli strumenti necessari. L’esito positivo di quest’ultimo passaggio, considerata la gravità della situazione puntualmente evidenziata, è infatti condizione indispensabile al fine di rendere sostenibile qualsiasi percorso futuro».
I sindacati, dal canto loro, hanno chiesto «il rispetto delle leggi e la regolamentazione del settore e ammortizzatori strutturali». In particolar modo, prevedendo la voce registrata che indirizza la telefonata: la richiesta è di mettere l’utente nelle condizioni di poter scegliere dove gestire la chiamata, se in Italia o all’estero. «Si chiede di stipulare un patto tra governo, committenti pubblici e sindacato sulle gare da fare tenendo conto dei minimi contrattuali». Ma, soprattutto, il «congelamento delle procedure a fronte del concreto impegno del governo sul piano industriale per questo settore».
Intanto il tempo scorre e se entro 75 giorni da 21 marzo non si troverà una soluzione, l’azienda potrà dare seguito ai licenziamenti: al conto alla rovescia mancano solo 52 giorni. I sindacati chiedono lo stop ai tagli a Roma, Napoli e Palermo, ammortizzatori strutturali di settore e nel frattempo un accordo ponte che garantisca l’occupazione, per consentire la messa in sicurezza dell’azienda con la riforma del settore sulla delocalizzazione, gli eccessivi ribassi e le clausole sociali.
«Continua a permanere la preoccupazione sulle possibili soluzioni individuate al Mise (prosecuzione degli ammortizzatori sociali) – affermano Maurizio Rosso segretario provinciale Slc Cgil e Rosalba Vella Slc Cgil Palermo -. L’azienda ha accettato l’invito del Mise ma non ci sembra significativo l’approccio alla discussione sulle regole per normare il mercato e dare prospettive industriali a questo settore. Ribadiamo l’assenza di regole che perdura ormai da troppo tempo. Esprimiamo preoccupazione se dovessero persistere le condizioni di criticità sui tre siti coinvolti dalla procedura di licenziamento, Palermo, Roma e Napoli. L’azienda è una e le difficoltà devono essere ripartite tra tutti».
Tutto, quindi, è rinviato a mercoledì prossimo, giorno in cui si forse si conosceranno le reali intenzioni del Governo. Intanto, lunedì e martedì prossimo è previsto l’incontro tra rsu e vertici aziendali.
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