Almaviva, al via petizione online L’appello a Mattarella e Renzi

È indirizzata alle più alta carica dello Stato e rappresentanti del Governo la petizione online pubblicata da alcuni lavoratori Almaviva contro i 2988 licenziamenti annunciati nelle scorse settimane dall’azienda. Solo nel capoluogo siciliano, infatti, sono previsti 1670 esuberi mentre a Roma e Napoli rispettivamente 918 e 400. Un appello rivolto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio, Matteo Renzi e ai ministri dello Sviluppo economico, Federica Guidi e del Lavoro, Guliano Poletti, ma anche al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Lanciata ieri sulla piattaforma Firmiamo.it con il nome «Almaviva, ultima chiamata 2988 licenziamenti», l’appello è stata scritto da una lavoratrice di Palermo, Simona Acquaviva, e nel giro di poche ore ha già totalizzato oltre 200 firme. «L’iniziativa nasce da un progetto di gruppo – spiega Simona Acquaviva – e l’abbiamo indirizzata alla più alta carica dello Stato e rappresentanti del Governo. Si tratta anche di un modo per far conoscere la vertenza e sensibilizzare l’opinione pubblica attorno a un settore che non ha alcuna tutela. In questo momento – conclude – nessuno vigila e solo le istituzioni possono aiutarci». Di seguito il testo dell’appello sulla pagina di Firmiamo.it:

All’attenzione di:

Sergio Mattarella (Presidente della Repubblica), Matteo Renzi (Presidente del Consiglio), Federica Guidi (Ministro dello Sviluppo Economico), Giuliano Poletti (Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali), Rosario Crocetta (Presidente della Regione Sicilia), Leoluca Orlando (Sindaco di Palermo e Presidente Anci Sicilia).

Il 21 marzo 2016 Almaviva Contact, il più grande call center in outsourcing d’Italia, ha avviato le procedure d licenziamento per 2988 lavoratori:

1670 a Palermo

918 a Roma

400 a Napoli

Lanciamo un appello alle istituzioni nazionali e locali in indirizzo per scongiurare TUTTI i licenziamenti. Chiediamo di far rispettare le norme esistenti, come l’art. 24 bis del decreto legge 83/2012 sulle delocalizzazioni, di regolamentare le leggi sugli appalti nei call center per scongiurare l’assegnazione di gare al massimo ribasso (come Enel e Poste), di costituire ammortizzatori sociali specifici per il settore dei call center. Sostieni anche tu questa battaglia per il rispetto delle norme e la tutela di migliaia di lavoratori.

Redazione

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