Una stretta sui controlli e un inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta le regole. È quanto emerge dal tavolo di settore sui call center che si è tenuto stamane al ministero per lo Sviluppo economico, a Roma, con lavoratori e sindacati per una riforma omogenea del mercato. Tra i punti all’ordine del giorno, in particolare la mancata l’applicazione dell’articolo 24 bis, riguardo l’obbligo per le aziende di informare l’utente sul Paese estero in cui l’operatore con cui parla è fisicamente collocato. Il prossimo incontro è stato fissato per il 17 giugno.
Durante la riunione, il viceministro Teresa Bellanova ha ricordato l’impegno dell’esecutivo a un confronto costante con le parti, con un incontro bimestrale, ribadendo la volontà di un riforma dell’intero mercato. Il Mise ha promesso quindi un monitoraggio più attento dell’intero sistema e regole più stringenti per assicurare un servizio di qualità all’utente. Nel frattempo, i tecnici del ministero sono al lavoro per sviluppare un emendamento sulle sanzioni da inasprire che potrebbero essere estese anche ai committenti.
Intanto, hanno fatto sapere di aver contatto oltre 300 call center e che sono previsti altri 3 cicli di controlli. Durante il tavolo, il viceministro, ha riconosciuto che il settore è in difficoltà ma che non può essere dismesso mentre il responsabile della Unità gestione vertenze del Mise, Giampietro Castano, ha evidenziato che per il settore è necessario «costruire un fondo speciale per i programmi tecnologici che le aziende possono utilizzare per la riconversione professionale».
Sulla mancanta applicazione dell’articolo 24 bis, i sindacati hanno fatto notare che «potrebbe essere contatti i committenti direttamente e chiedere se delocalizzano. Sarebbe molto più facile -ha detto Maurizio Rosso, segretario generale slc palermo – perché sono pochi. Bene il fondo per lo sviluppo perché il settore cambierà e rimane di grande importanza il tavolo tecnico dedicato a norme che migliorino la qualità del servizio al cittadino».
Nel frattempo, per mercoledì prossimo rimane confermato al Mise il tavolo specifico su Almaviva con sindacati, azienda e ministero per l’individuazione di soluzioni alternative ai 2988 licenziamenti annunciati il mese scorso tra Palermo (1670), Roma (918) e Napoli (400). La scorsa volta, il ministero ha chiesto espressamente alla dirigenza di «congelare i licenziamenti in attesa di una riforma complessiva del settore». E nel pomeriggio, sempre nella Capitale, è previsto il confronto tra parti sociali e azienda nella sede di Unindustria per studiare soluzioni condivise coerenti con le richieste del Governo.
Ieri pomeriggio, anche il Papa ha rivolto un messaggio ai lavoratori Almaviva, dopo che una delegazione romana del call center, aveva fatto recapitare un messaggio al pontefice. Alla fine del Regina Coeli, il Papa ha detto: «Sono tante le famiglie preoccupate, penso ai lavoratori e alle famiglie dei lavoratori dei call center. Prevalga la dignità della persona e non gli interessi particolari». Per l’occasione, i lavoratori hanno lanciato sui social l’hashtag @Pontifex_it #siamotuttiAlmaviva.
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