«Sarebbe opportuno che la Regione siciliana chiedesse lo stato di calamità naturale». A dirlo, da Villa Niscemi, nel corso di una conferenza stampa indetta per fare il punto sulla siccità nell’Isola, è Maria Prestigiacomo, presidente Amap, la società che gestisce il servizio idrico a Palermo. Ed è subito allarme, vista la scarsità delle piogge e le alte temperature di questi giorni. Il rischio, che l’azienda sta cercando di scongiurare, è quello di ricorrere a qualunque forma di razionamento e turnazione dell’acqua, come spiega la stessa presidente: «Gli invasi sono al 30 per cento in meno rispetto al 2016, quando già la situazione non era ottimale. Stiamo attivando tutte le iniziative possibili perché non ci sia alcun razionamento dell’acqua o di una turnazione – dice – Abbiamo immesso 400 litri al secondo da Scillato sulle condutture, stiamo riattivando tutti i pozzi di proprietà dell’Amap, due sono funzionanti e un terzo lo sarà la settimana prossima. Data la situazione sarebbe però opportuno che la Regione siciliana chiedesse lo stato di calamità naturale, cosa che ci permetterebbe di procedere alla requisizione dei pozzi privati ed evitare qualsiasi tipo di crisi».
Già avanzata, da parte dell’azienda, la richiesta di stato di calamità durante il tavolo regionale di fine giugno. «Ci incontreremo di nuovo il 18 luglio – ha aggiunto Prestigiacomo – e lo chiederò nuovamente». Poi la presidente puntualizza un aspetto sugli sprechi e le illegalità diffuse nell’erogazione del servizio: «Non si perde il 50 per cento di acqua per l’ usura delle condutture – dice – forse se ne potrà perdere per questo motivo il 20 per cento, l’altro 30 per cento sono allacci abusivi che persistono anche in piantagioni vicine alla città. Pesa inoltre fortemente la situazione delle case popolari dello Iacp, occupate abusivamente e che non possono per legge avere un regolare contratto con l’ Amap – aggiunge – ho fatto fare degli studi per regolarizzare questa situazione. Eroghiamo così acqua che non possiamo conteggiare». Secondo Prestigiacomo, si sarebbe dunque consolidata una prassi secondo la quale gli inquilini che hanno occupato abusivamente le case dello Iacp non possono regolarizzare i consumi dell’acqua perché per legge non possono essere titolari di contratti.
«È un aspetto di illegalità non voluta dagli utenti, ma da una legge nazionale che tutela i legittimi proprietari e le case. C’è una norma specifica che occorre contrastare al più presto anche con una legge regionale in modo di ottenere una soluzione. Stiamo valutando. Quel che è certo è che all’Amap questo sistema arreca un danno economico notevole. Non voglio aggiungere altro, ma so che in certi quartieri gli utenti l’acqua la pagano, ma non sappiamo a chi», spiega. In dirittura d’arrivo il contenzioso tra Amap e Iacp, cioè l’ente case popolari che deve all’ azienda oltre un milione di euro: «Abbiamo fatto il bando per fare la cessione ad una banca, vediamo quale istituto di credito si farà avanti».
A sollecitare un intervento regionale è anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, presente alla conferenza, insieme all’assessore alle Partecipate Iolanda Riolo e al vicesindaco Sergio Marino. «Chiederò al governo regionale e a quello nazionale di sollecitare e riconoscere lo stato di calamità naturale per la siccità alla Sicilia – ha detto Orlando, che è anche presidente Anci Sicilia. Il primo cittadino ha poi rivolto un invito in questa fase a non sprecare l’acqua – Chiediamo la solidarietà dei cittadini, dobbiamo risparmiare l’acqua». Orlando ha escluso al momento il ricorso a una turnazione per l’acqua ma, ha sottolineato, «abbiamo preferito essere chiari su qual è la situazione. Ovviamente non possiamo sapere cosa farà la Regione, a cui abbiamo chiesto lo stato di calamità naturale, o se pioverà». L ‘Amap ha poi annunciato l’avvio, entro luglio, di una campagna di sensibilizzazione con le associazioni di categoria.
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