L’ ordinanza sindacale sulla Movida resta vigente con tutte le sue prescrizioni. I giudici del Tar hanno espresso la necessità che il ricorso presentato dai titolari un esercizio commerciale, I Bottai, sia trattato in tempi brevi, fissando l’udienza nel prossimo mese di gennaio, ma non hanno sospeso e tanto meno annullato la stessa contrariamente a quanto erroneamente diffuso ieri da alcuni organi di stampa e dall’ufficio stampa del Comune.
Nell’assumere la decisione di non concedere la sospensiva dell’Ordinanza n.167/2015, il TAR ha «tenuto conto della rilevanza e molteplicità di interessi pubblici perseguiti dal Sindaco di Palermo». Il Tribunale ha, altresì, chiaramente invitato gli organi comunali interessati, e dunque il Consiglio comunale, ad agire «con la massima solerzia e spirito di leale collaborazione al fine di pervenire, in tempi ragionevoli e non più dilazionabili, all’approvazione di un Regolamento destinato ad incidere significativamente sulla qualità della vita dei cittadini, nonché sulle attività commerciali e ricreative locali».
Il sindaco Leoluca Orlando, d’altra parte, negli scorsi mesi ha più volte sollecitato il Consiglio comunale e la conferenza dei Capigruppo a trattare con urgenza l’argomento del regolamento di questa attività economica. «Il tema della movida – dichiara Orlando – è un argomento legato alla vivibilità di alcune aree cittadine e al corretto svolgimento della attività economiche, ma non si può ignorare che a Palermo è anche argomento, come da me formalmente dichiarato in sede di comitato provinciale ordine e sicurezza e comunicato agli organi competenti, di possibile controllo del territorio da parte del crimine organizzato e possibili attività e traffici illegali».
E sulla faccenda torna ad intervenire la presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio: «Non è più in alcun modo rimandabile – dice – dare alla città il regolamento per l’intrattenimento serale e notturno che riesca, con buon senso, a conciliare le legittime esigenze imprenditoriali e gli imprescindibili diritti di residenti per la qualità di vita della città. Occorre lavorare con spirito di collaborazione e senso di responsabilità in maniera urgente anche per non abbandonare nel caos proprio quegli imprenditori del settore che desiderano rispettare tutte le regole, compreso il diritto alla quiete dei residenti. Noi di Confcommercio abbiamo dato da tempo le nostre osservazioni riguardo alla bozza di regolamento puntando soprattutto alla definizione delle zone – precisa la DI Dio – distinguendo tra quelle ad alta densità residenziale, dove i diritti di quiete pubblica dei residenti devono essere rispettati, e quelle dove invece non ci sono abitazioni e dove, quindi, fare musica può non disturbare nessuno».
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