In questo nostro viaggio intorno all’euro è arrivato finalmente il momento di toccare una delle stazioni più interessanti: il debito pubblico. La vulgata è nota: se noi siamo entrati in una spirale di crisi devastante, la colpa è del debito pubblico. In genere, l’affermazione va di pari passo con se abbiamo debito pubblico la colpa è della spesa pubblica. Troppa e improduttiva (inefficiente se si sei nei salotti in cui vuoi fare l’intellettuale). Molto spesso – sic – debito pubblico e spesa pubblica nella mente di chi difende l’euro e Monti diventano la stessa cosa.
Facciamo quindi la nostra attività di servizio e spieghiamo cos’è il debito pubblico. Prendiamo la definizione di wikipedia:
Per debito pubblico si intende il debito dello Stato nei confronti di altri soggetti che hanno sottoscritto un credito.
Il credito di cui si parla sono obbligazioni e titoli di Stato. I famosi BOT, BTP ecc. Quando andate a comprare 100 di BOT il debito pubblico aumenta di 100 . Quando prendete 4 euro di interesse sul BOT che avete acquistato il debito pubblico diminuisce di 4 . A cosa serve tutto questo? Serve a coprire la differenza tra la tassazione e la spesa pubblica. Se io tasso 100 e spendo 120 ho bisogno di 20. Questi 20 me li faccio dare dai soggetti che acquistano i BOT.
Bene, allora è tutto chiaro! Se invece di spendere 120 spendo 100 il problema è risolto! In realtà le cose qui si complicano. La spesa pubblica serve per pagare gli stipendi, per fare gli investimenti, per raggiungere gli obiettivi che una comunità (lo Stato) si pone. Serve per esempio a migliorare il benessere dei cittadini. Se io devo andare a Sciacca in treno mi serve una ferrovia e un treno. La ferrovia e il treno non sono produttivi nel senso che è improbabile che un investimento del genere sia conveniente dal punto di vista economico. Ciò non toglie che quell’investimento si debba fare.
La stessa cosa vale per molti Investimenti. Le cure, la giustizia, la sicurezza, i ponti e le strade non hanno ritorni di tipo economico. Si fanno per migliorare il benessere di tutti. E si fanno con la spesa pubblica, non c’è un altro modo. Fino a qui, si dirà, siamo tutti d’accordo. Il fatto è, dice la vulgata, che la spesa pubblica in Italia è insostenibile. Si spendono più soldi che altrove e si spendono male e questo fa schizzare il debito pubblico in alto. Sul male ci torniamo. Intanto vediamo se è vero se si spendono più soldi che altrove.
Il debito pubblico si calcola in percentuale del Pil (Prodotto interno lordo, è il misuratore principale della crescita: se il Pil cresce il Paese si dice che cresce, se diminuisce il Paese è in recessione). Se nel 1980 il Pil è 100 e la spesa 120 la percentuale del 1980 è 120%. Quando si sente in tv o si legge sui giornali che il debito pubblico è al 120% del Pil si intende questo. Ormai sappiamo che il debito pubblico è il debito che lo Stato deve pagare ai suoi creditori. Perfetto.
Dobbiamo troppi soldi e gli speculatori ci attaccano per questo. Sarà vero? E’ abbastanza semplice scoprirlo. Per quanto si possa essere scadenti, l’Italia non è certo il Paese peggiore del mondo. Almeno non dal punto di vista del debito pubblico. Altri Paesi hanno un debito pubblico peggiore del nostro. Ci aspettiamo dunque che questi Paesi siano assediati dagli speculatori.
Di converso, è lecito attendersi che Paesi con un debito pubblico basso siano al riparo da qualsiasi attacco esterno. Facile no? Bene, è probabile che a tutti quanti voi sia noto il caso del Giappone. Il debito pubblico dell’Italia è del 119% del Pil. Quello del Giappone è il 208%. Non è un refuso: 208. Due-cento-otto. E gli speculatori? Lontani, lontanissimi.
Ma com’era combinata la Spagna? La Spagna ha il 60,12% di debito pubblico. Virgola più, virgola meno è la metà del nostro debito pubblico. Questo l’ha forse salvata? Naturalmente no. Insomma, se qualcuno vi continua a dire che la colpa della crisi è tutta del nostro debito pubblico chiedetegli almeno che cosa intende dire.
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