Alessio Bondì presenta Nivuru, il nuovo album «Il siciliano tocca corde profonde delle persone»

Reduce dal tour europeo con Max Gazzè, Alessio Bondì pubblica Nivuru ed è già pronto a ripartire per l’Olanda in vista dell’Eurosonic Festival di Groningen. «Suonare su un palco così importante è un’emozione molto forte – spiega il cantautore palermitano – Ho partecipato a varie rassegne ma mai di queste proporzioni». 

Dal 16 al 19 gennaio, Bondì rappresenterà l’Italia con il suo nuovo album in uno degli appuntamenti musicali più importanti d’Europa. Giovedì sarà invece alla Feltrinelli di Palermo, alle 18, per presentare ufficialmente Nivuru in un live-intervista condotto da Tancredi Bua.

Nato a Palermo, Alessio Bondì si affaccia al mondo della musica per diletto, durante la prima adolescenza. Scrive inizialmente in inglese, poi si interessa al teatro e lascia la chitarra da parte. «Studiavo dizione a Roma, mi trovavo a parlare sempre necessariamente con una pronuncia corretta – racconta – è lì che ho acquisito la consapevolezza della lingua e ho deciso di cantare in palermitano».

Da sempre appassionato di lingue, Bondì conosce l’inglese, il portoghese e parla anche un po’ di spagnolo. «La lingua per me è una cosa attiva – spiega – nella mia musica utilizzo parole italiane, spagnole, uso dei costrutti particolari, come nella poesia, diversi dalla lingua parlata. Per emozionare si percorrono altre strade». Vincitore del Premio De Andrè 2013 e della Targa Siae al Premio Parodi 2014, nel 2015 pubblica “Sfardo” – letteralmente strappo – ed entra nel cuore del pubblico. 

«Molti mi chiedono se cantare in siciliano non sia un ostacolo – continua – io rispondo sempre che se tutti dovessimo cantare nella stessa lingua non esisterebbero la world music, il flamenco, la cumbia! Una barzelletta non la si racconta mai completamente in italiano: il siciliano è più comico, tocca le corde profonde delle persone». Blues, musica Capoverdiana, afro-funk e musica popular brasiliana trovano spazio nell’ultimo lavoro di Bondì: Nivuru. Anticipato dai singoli Si fussi fimmina e Ghidara, il disco è fuori dal 2 novembre.

Eleganza o lutto, prosperità o abisso. Nivuru – letteralmente nero, in dialetto palermitano – è un lavoro articolato, ricco di percussioni e arrangiamenti. «C’è un buio di fondo – spiega il cantautore – una specie di oscurità, come se fossero canzoni notturne. Nivuru ha molteplici significati, mi piaceva molto quest’ambivalenza del termine. La negritudine è molto presente nel disco: le influenze dalla musica africana, l’idea di sensualità, di movimento, di ballo, di danza». La tracklist è la narrazione di un viaggio dentro la freschezza e la sensualità della Sicilia, tra la morte e il sesso, il senso di colpa e la festa. Un’emozione dolce e violenta che Bondì porterà in Olanda per poi ritornare in Sicilia con tre date live nei teatri.

Maria Vera Genchi

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