L’accordo raggiunto lo scorso 31 maggio sembra non far cessare i tentativi di Almaviva di mettere una pezza alla crisi aziendale. Ieri, a una settimana dalla firma del documento firmato al Mise, è stata inviata una lettera ai dipendenti con la quale si annuncia la valutazione di eventuali proposte di uscita volontaria dall’azienda. Le adesioni – è bene dirlo – non saranno vincolanti, almeno in questa prima fase.
Le missive sono state indirizzate ai dipendenti delle sedi di Roma, Napoli e Palermo, come specificato nel testo. «La conclusione delle procedure – si legge – e l’intimazione del relativo licenziamento è prevista entro il 30 giugno 2016 ed il personale che aderirà, se in possesso dei raltivi requisiti, al termine del periodo di preavviso contrattualmente previsto e lavorato, potrà accedere al trattamento Naspi», che ha sostituito la vecchia indennità di disoccupazione.
Insomma, anche in caso di uscita volontaria dall’azienda, secondo quanto proposto, saranno riconosciuti tutti i diritti previsti per i licenziati. Ma, come detto, sarebbero assegnati alcuni bonus: «Al personale interessato è, inoltre, riconosciuto un incentivo, in caso di adesione alle procedure di riduzione del personale, pari a un importo complessivo lordo di mille euro inclusivo di una somma a titolo di transazione generale novativa pari a 250 euro. L’importo sarà erogato unitamente alle spettanze di fine rapporto».
I lavoratori hanno tempo fino al del 15 giugno per aderire alla proposta di Almaviva e saranno raccolte e ordinate in ordine cronologico. In base a questo critero sarà predispota una graduatoria per ognuno dei tre siti dell’azienda.
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