A Catania, quando si pensa alla risata con nome e cognome, viene in mente un solo nome e un solo cognome: quello di Carmelo Caccamo. L’attore siciliano, dopo lunghi mesi di lontananza dal palcoscenico, è pronto, insieme a tutta la sua compagnia, a tornare ad abbracciare il pubblico, al teatro Metropolitan.
Carmelo, finalmente si torna a teatro…
«Lo ripeto anche io: finalmente si torna a teatro. È da troppo tempo che la gente non si diverte nelle sale teatrali e che noi artisti non incontriamo il nostro pubblico. Il teatro è la vita e la vita è un teatro e abbiamo tutti bisogno di tornare a vivere».
Quali sono gli spettacoli che compongono il cartellone della nuova stagione?
«Io da sempre cerco di portare sulla scena il teatro popolare siciliano e quello comico e quest’anno, ancora di più rispetto agli altri, voglio far divertire il mio pubblico. L’apertura di stagione, fissata per il 6 e il 7 novembre, sarà dedicata a un uomo che ha dato lustro al teatro siciliano: il grande Nino Martoglio. Abbiamo deciso di ricordarlo, nel centenario della morte, con San Giovanni Decollato, uno dei suoi lavori più belli e più conosciuti. Il secondo spettacolo è in programma l’8 e il 9 gennaio ed è Era meglio non saperlodi Enzo Seminara. Seguirà poi, il 5 e il 6 marzo, Fiat Voluntas Dei, un classico della tradizione popolare siciliana. Proseguiremo il 2 e il 3 aprile con Il malato immaginario di Molìere e, infine, concluderemo in bellezza il 7 e l’8 maggio con U Malandrinu».
Qual è stata la risposta del pubblico quando avete aperto il botteghino di via Sant’Euplio?
«Ammetto che avevamo molti dubbi. La paura più grande era che non si presentasse nessuno, invece, per fortuna, i nostri timori erano infondati. Ogni giorno sono tanti quelli che si recano al botteghino e questo significa una sola cosa: la gente vuole tornare a divertirsi e, soprattutto, vuole tornare a teatro».
Come sono stati questi lunghi mesi senza pubblico?
«Questo periodo di lontananza dal palco e dal pubblico per me ha avuto un significato particolare perché si è sommato ad altre cose. I teatri sono stati chiusi a marzo 2020 ma io, per fortuna, grazie alla mia esperienza radiofonica su Radio Fantastica e a quella in tv, sono riuscito a mantenere un legame con il pubblico. Lo scorso maggio, quando questi appuntamenti si sono conclusi, ho provato a non perdere il contatto utilizzando i social. È bello avere la possibilità di entrare nelle case della gente tramite lo smartphone però, devo ammetterlo, in teatro è tutto diverso. I video postati sui social non sostituiranno mai il teatro dal vivo».
A proposito di social. Qualche giorno fa abbiamo visto una diretta realizzata su un tuo profilo insieme ad alcuni membri della compagnia. Come è stato ritrovarsi nuovamente insieme a provare e soprattutto avere una data certa di ripartenza?
«Questa estate, a dire la verità, ci eravamo già visti per fare i recuperi degli spettacoli dell’ultima stagione, ma i lavori erano già pronti e gli incontri ci sono serviti solo per definire piccole cose. A settembre, invece, c’è stata la réunion della compagnia e abbiamo ripreso a vederci ogni giorno. È stato bellissimo ricominciare a frequentare quella che io chiamo la palestra per la mente».
Location di questa diretta è stata un luogo particolare.
«Abbiamo deciso di farla dalla custumeria, cuore pulsante della nostra sede teatrale. È un luogo ricchissimo di storia che custodisce cimeli ai quali sono molto legato, come i vestiti di Rosina Anselmi e Ciccino Sineri. È uno spazio al quale tengo molto e che ho visto come luogo di ripartenza per noi attori e anche per il pubblico. Il teatro è sicuro. Tornate a teatro. Noi metteremo in atto tutte le dovute precauzioni. Torniamo insieme a respirare arte e cultura».
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