La cooperativa Parco Uditore da oggi avrà a disposizione un edificio dove realizzare le attività sociali e ludico-ricreative. Diventa, così, pienamente operativo il Centro culturale che dovrà svolgere iniziative di animazione territoriale ispirate alla memoria ed alla legalità. Il presidente della Cooperativa sociale Parco Uditore, Piero D’Angelo, che ha stipulato la convenzione con la Regione Siciliana nel settembre 2017, a seguito di una manifestazione pubblica di interesse, ha ricevuto stamattina le chiavi dell’edificio – che si trova all’interno dell’area di Fondo Luparello – dal vicepresidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao e dall’assessore al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro.
L’area, oggi di proprietà pubblica, arriva alla Regione nel 1963 dall’Agip, che un tempo la usava come deposito carburanti. In mano ad affittuari per più di trent’anni, dopo l’arresto del boss di Cosa nostra Totò Riina, l’area ritorna nella disponibilità dell’amministrazione, ma senza una precisa destinazione a meno di alcuni depositi e pochi uffici insediati in piccole costruzioni. Il Piano regolatore la destina in un primo momento al Centro direzionale della Regione siciliana, ma dal 2008 alla Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo si iniziano studi mirati dimostrando che un parco e gli uffici possono coesistere a patto di edifici a notevole sviluppo verticale. Alla fine, la Regione ha deciso di non insediarvi più alcuna costruzione, destinando una struttura alla cooperativa che dal 2012 gestisce gli spazi. E già da questa estate il centro offrirà a 25 bimbi, ospiti in strutture di accoglienza per minori in condizioni di disagio della città di Palermo, la possibilità di trascorrere un’estate all’insegna dello svago e del divertimento.
«Siamo stati i promotori della progettazione e dell’apertura del parco e poi abbiamo iniziato a gestirlo – racconta l’architetto D’Agelo – Fino ad oggi ci siamo occupati solo dell’area a cielo aperta mentre oggi, finalmente, abbiamo una sede per organizzare attività non solo nel periodo estivo ma anche in quello invernale». L’obiettivo è di far partire subito un campus di spazi condivisi per lo studio dedicati ai più piccoli con attività all’aperto e proseguire in autunno con progetti rivolti agli anziani, attività in aule polifunzionali, librerie condivise. «Oltre alla Regione e all’Università, desideriamo ringraziare tutti i cittadini e privati che con il loro impegno hanno sostenuto questo progetto, anche finanziariamente, piantando in poco tempo oltre 600 nuovi alberi».
«L’Assessorato si è fatto carico di coordinare tutti gli uffici interessati per individuare in breve tempo i locali affidati alla Cooperativa per onorare la destinazione di Parco della Memoria e della Legalità – ha spiegato Cordaro – L’edificio assegnato è stato fino ad oggi utilizzato per uffici del Corpo Forestale della Regione siciliana ed è stato scelto perché agibile sin da subito e disponibile ad accogliere le attività di animazione territoriale ed educazione all’ambiente che la Cooperativa organizzerà a beneficio dei tanti, soprattutto bambini, che all’interno del Parco hanno imparato a trovare occasioni di socializzazione e svago».
Soddisfatto per il risultato raggiunto anche l’assessore Armao: «Questo spazio dieci anni fa era chiuso e inibito ai siciliani e ai palermitani. Oggi, invece, è un patrimonio della città e della Sicilia. Adesso, però, bisogna fare di più». Il vicepresidente ha sollecitato l’amministrazione comunale a rimuovere i cartelloni pubblicitari che circondato l’area impedendone la vista all’esterno: «In nessun’altra parte del mondo si vede qualcosa del genere: chiediamo quindi al Comune di intervenire per mettere fine a questo scempio. Abbiamo gemellato sei anni fa quest’area con il St. James’s Park, il Parco più importante di Londra e non possiamo presentarci con i cartelloni pubblicitari che coprono il verde». Il secondo impegno del vicepresidente è l’illuminazione: «Non è possibile che questo parco rimanga al buio – ha concluso – Chiederemo all’Enel di occuparsene e investire qui».
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