Al carcere di Termini percorsi di inclusione sociale «Restituire giovani a famiglie e società civile»

A maggio è partito il progetto Effetto Serra, un’idea nata con lo scopo di attivare percorsi di inclusione socio lavorativa in favore di otto persone detenute nella Casa Circondariale Cavallacci di Termini Imerese. Il progetto sperimentale prevede la coltivazione in serra di funghi commestibili che si coniuga con gli interventi rieducativi già avviati all’interno della struttura carceraria.

La Casa Circondariale ha messo a disposizione un’area incolta, dove sono stati collocati una serra a tunnel con caratteristiche adatte alla coltivazione di miceti commestibili. L’ente cooperativo sociale Consorzio Ulisse, quale affidatario dell’intervento, si è impegnato anche a sensibilizzare la cittadinanza, le autorità locali e regionali sull’andamento dell’azione progettata e dei risultati ottenuti. Inoltre ha provveduto all’implementazione della fungaia e al reclutamento dei destinatari diretti dell’intervento.

Il progetto si propone come uno strumento diretto al raggiungimento di alcuni obiettivi specifici: la creazione di una rete stabile di collaborazione inter-istituzionale e con il privato sociale per il reinserimento sociale delle persone in detenzione; la progettazione compartecipata di percorsi di autonomia verso l’auto-imprenditorialità sociale di persone condannate; la sensibilizzazione del territorio alle tematiche del reinserimento di soggetti in esecuzione di pena; l’acquisizione di competenze nel settore delle colture micologiche da parte di persone in esecuzione di pena.

«Abbiamo risposto con entusiasmo al progetto Effetto serra del consorzio Ulisse, che prevede all’interno del carcere termitano la produzione di svariate tipologie di funghi – ha commentato l’assessore Lelio Minasola – Recuperare e restituire alle famiglie e alla società civile dei ragazzi che stanno anche imparando un nuovo mestiere dopo aver scontato una condanna, è sicuramente motivo di soddisfazione».

Mario Catalano

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