Ajala M., un film sulle canzoni di Carmen Consoli «Le sue donne e quelle storie di violenza taciuta»

Sono passati più di cento anni da quando Luigi Pirandello ha pubblicato a puntate L’esclusa, «ma non sembra essere cambiato molto per le donne», spiega Beatrice, giovane architetta di Firenze. Per questo, lei e altre tre ragazze – perlopiù studentesse e tutte under trenta – si preparano da un anno a girare Ajala M., il primo cortometraggio ispirato a due brani di Carmen Consoli: Matilde odiava i gatti e Contessa Miseria. E che prende il titolo dalla protagonista del romanzo pirandelliano: Marta Ajala, accusata di adulterio e relegata ai margini della società.

«L’esperienza della protagonista, Ajala M. è il filo conduttore per raccontare le donne e le difficoltà che incontrano nella società – continua la ragazza dall’accento fiorentino, ma per metà siciliana -. Volevamo raccontare una donna diversa, ma pur sempre una storia comune». Nel cortometraggio non si sentiranno le canzoni della cantautrice catanese, ma sono i suoi brani ad avere ispirato la sceneggiatura che Beatrice, una regista lucana, una aiuto regista umbra e una studentessa rumena hanno scritto. «Abbiamo conosciuto Carmen Consoli al termine di un suo concerto e sappiamo di avere il suo appoggio», raccontano le ragazze, unite «dalla passione per l’arte e le parole con cui Consoli racconta il mondo femminile».

Attraverso episodi che rivelano il tormento causato ad Ajala «dal chiacchiericcio delle persone del suo paese, da un suocero violento e dall’incomprensione del marito», si svela una condizione di turbamento mentale – proprio come la Matilde di Consoli -, ma non solo. «Sono situazioni in cui può riconoscersi chiunque abbia subito violenza domestica, atti di bullismo tra giovani o momenti di gogna collettiva», spiega Beatrice. Le ragazze, e gli attori ingaggiati per l’occasione, gireranno il corto a Bologna, ma «l’ambientazione sarà generica. Non vogliamo creare stereotipi – chiarisce l’architetta -. Sono storie di violenza subdola e spesso taciuta che potrebbe vivere chiunque e in qualsiasi realtà».

La cantautrice catanese è «musa» delle giovani artiste proprio per aver donato alla musica l’immagine di una donna fatta di contrasti tra sostanza e apparenza, senza retorica o vittimismi. È la protagonista di Contessa Miseria, che subisce «l’inganno di questo secolo e rincorre il mito di forme avvenenti e di chirurgia estetica». In una società schiacciata «dall’individualismo, dalla moda di essere single con il monolocale, dalle nevrosi e dal mito della chirurgia plastica», ha detto una volta la cantantessa per presentare Mediamente isterica l’album del 1998 che contiene il brano. Il progetto Ajala M. è autofinanziato e la raccolta fondi si trova sulla piattaforma di crowdfunding Mecenup.

Flavia Musumeci

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