Quando lo spirito punk si fa autoimprenditoria: così potrebbe essere riassuna l’esperienza di Ahoy Kollektiv, un progetto artistico e manufaturiero fai da te con sede a Berlino, creato da due ragazzi italiani, Giovanni di Palermo e Silvia di Ravenna. L’idea è quella di utilizzare il design del passato, il vintage più alternativo, per realizzare prodotti di vario genere: cornici, tazze, stampe e tanto altro. Il tutto condito dalla voglia di superare le difficoltà legate alla ricerca del lavoro in Italia e alle routine produttive del nostro Paese: «Dopo aver lavorato per cinque anni in un ufficio dietro a una scrivania con un collega, che non sapeva assolutamente nulla della mia vita, per dieci o dodici ore al giorno circa, decisi di tentare di creare da me un lavoro a Palermo. Le cose non sono andate per come dovevano andare: troppe problematichelegate alla burocrazia». Quelle che avete appena letto sono le parole di Giovanni, classe 1982, nato a Palermo. Racconta, invece, Silvia: «Dopo aver completato gli studi, ero riuscita a trovare un lavoro coerente col mio percorso formativo, impiego che comunque non mi soddisfaceva: non guadagnavo abbastanza per essere indipendente».
I due scelgono così nel marzo del 2013 di abbandonare i propri lavori e lanciarsi verso una nuova avventura, in Europa, a Berlino: «Eravamo già stati nella capitale tedesca – raccontano – e ci eravamo resi conto della forza del do it yourself», un’etica nata e diffusa all’interno della cultura punk, che propugna il rifiuto per le major della distribuzione musicale e che, come raccontano i due, «ha sempre caratterizzato il nostro spirito. Siamo rimasti affascinati da tutto ciò che ancora oggi qui è legato al punk, tutte le forme d’arte e d’espressione collegate al mondo underground. In questa città esiste molto di ‘non commerciale’, ciò che da noi non si trova facilmente». E non si tratta soltanto di stile: «Essere un lavoratore autonomo oggi in Italia? Roba per pochi», dicono i due.
«Poter esprimere la nostra arte in modo autonomo e indipendente – spiegano – per noi rappresentava una via d’uscita. Vivere in certi contesti era ciò che stavamo cercando e Berlino, che per fare ciò è un terreno fertile». L’idea del collettivo? «È nato – spiega Silvia – con l’intento, essendo entrambi appassionati di mercatini dell’usato e dell’antiquariato, di ricercare vecchie stampe e illustrazioni da poter riprodurre, rielaborare e riportare alla luce per venderle e crearne delle altre, o legando l’idea stessa ad altri oggetti. Il nome fa riferimento al linguaggio marinaresco: Ahoy è il saluto dei i marinai. Inoltre è un termine legato al mare, che accomuna me e Giovanni, per le nostre città di provenienza: Palermo e Ravenna. Kollektiv proprio perché qui a Berlino l’idea di collettivo esiste ancora ed è forte».
Un metodo lavorativo orizzontale, senza nessuno al vertice, nessun capo, ma una fitta collaborazione tra chi sta dentro al progetto: «Non avrei mai nemmeno sognato di avviare una roba del genere giù a Palermo – dice Giovanni – anche soltanto per la difficoltà nel reperire e trovare tutti i materiali utili a creare ciò che facciamo con il collettivo. Qui è assolutamente scontato trovare tutto ciò che ti serve. Vogliamo ampliare la nostra offerta, restando legati all’etica del diy (do it youself) seguendo il prodotto dalla creazione alla vendita. Vogliamo far capire che con questo metodo si può lavorare e vivere. Non abbiamo al momento in mente di tornare in Italia perché sono troppe le diversità con la Germania: scarsa lucidità, difficoltà burocratiche, limiti nell’espressione personale. Tutti elementi che non ci piacciono particolarmente e che non ci appartengono».
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