Gli ultimi casi di cronaca lo hanno accertato: le aggressioni ai professionisti della sanità diventano sempre più frequenti. Di fronte le difficoltà croniche nel campo di chi ha bisogno di cure, le offese verbali e le minacce fisiche sono ormai diventate all’ordine del giorno. E per dire stop alla violenza questo pomeriggio è sceso in piazza l’Ordine dei Medici, dei Chirurghi e degli Odontoiatri di Palermo, tramite un sit-in a piazza Politeama.
«Le violenze nelle strutture sanitarie rappresentano un cortocircuito culturale causato dalla crisi di un intero Paese – spiega il presidente dell’OMCeO di Palermo Toti Amato – e le tensioni dei pazienti sono l’espressione della ricaduta di un disagio profondo. Per questo, sarebbe un grosso sbaglio cercare e confinare le cause di tutta questa violenza nelle strutture ospedaliere. Per ripristinare, tra pazienti e professionisti della sanità, quel clima perduto di stima, fiducia e rispetto, occorre innanzitutto sensibilizzare tutti i cittadini investendo nella comunicazione. E in questo percorso tutti i professionisti della carta stampata, tv e web rappresentano lo strumento indispensabile più efficace».
Centinaia i presenti all’iniziativa sostenuta anche da Cittadinanzattiva Sicilia, l’associazione diabetici Palermo e il Comitato consultivo dell’azienda Arnas Civico di Palermo. Tra i presenti si sono intravisti anche il sindaco Orlando e mezza giunta Musumeci: dall’assessore alla Salute Ruggero Razza all’assessore all’Istruzione e alla Formazione (nonchè ex direttore del Policlinico) Roberto Lagalla. E c’era anche lo stesso presidente Musumeci, che ha preferito non lasciare dichiarazioni ma ha manifestato vicinanza ai medici e al personale sanitario.
«La partecipazione di oggi sancisce una nuova unione tra l’ordine dei medici e tutte le figure sanitarie, nonché la dirigenza generale coi cittadini – dice Giuseppe Greco, segretario regionale di Cittadinanza Attiva – . La violenza non può essere mai una soluzione. Da parte nostra stiamo cercando di sviluppare delle iniziative per formare nuove alleanze. Vogliamo dimostrare che i cittadini sono dalla parte giusta, cioè dei dottori e di chi fornisce un servizio. Oggi i cittadini sono molto più informati di una volta, e bisogna tener conto di ciò».
Tra le proposte che nei giorni scorsi sono state avanzate ad esempio dai sindacati e più in generale dalla politica c’è l’inasprimento delle pene e una maggiore presenza delle forze dell’ordine nei presidi sanitari. Ma davvero, di fronte le croniche carenze della sanità in Sicilia, farsi curare può essere possibile soltanto attraverso la presenza degli agenti? «Era da tempo che si chiedevano, quindi ben vengano – afferma in un primo momento Greco -. Noi abbiamo creato due strumenti: il sito www.curadicoppia.it, una sequela di diritti e di doveri sia per il medico che per il paziente per cercare di sviluppare un superamento delle criticità, e il programma diffondi la salute, per fare in modo che le prestazioni sanitarie che si offrono in Sicilia siano uguali a quelle che si ottengono nel resto d’Italia. Per vedere insomma dove ci sono delle pecche e indicare la necessità di potenziamenti. Fa specie per esempio pensare che in Sicilia ci sono 19 aziende sanitarie, non avviene in nessuna Regione, quando invece si potrebbero razionalizzare e utilizzare al meglio».
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