Stava rientrando a casa quando è stato picchiato da quattro ragazzi con il volto coperto con alcuni bastoni, intorno alle 22.30 del 17 marzo. Protagonista della vicenda un 19enne membro dell’esecutivo regionale della Rete degli Studenti Medi Sicilia e presidente della Consulta degli Studenti di Palermo. Questa la versione dei fatti contenuta in un comunicato dell’associazione studentesca che sostiene con forza come alla base del gesto ci siano motivazioni politiche. Al giovane, si legge nella nota, sarebbe stato detto: «zecca rossa quelle che non ti abbiamo dato prima te le diamo ora, sbirro, spia». Il 19enne non avrebbe riscontrato gravi lesioni fisiche, «sebbene i medici gli abbiano dato dieci giorni di prognosi». La vittima, si legge ancora nel comunicato, ha denunciato poi in questura l’accaduto.
«Non è accettabile che accadano ancora eventi di questo tipo in cui si utilizza la violenza, praticando metodi squadristi», afferma Flavio Lombardo, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi Sicilia. Per Lombardo si tratta di «un’aggressione politica a una persona attiva sul territorio, con un percorso alle spalle abbastanza importante». Per il coordinatore regionale è un modo per scoraggiare i pochi studenti che fanno politica, «solo perché hanno idee differenti». Il 19enne aggredito però ha ripreso la sua attività «normalmente, queste cose non ci impauriscono anzi ci rendono più forti contro chi ha paura di confrontarsi in maniera civile. C’è tanto lavoro da fare noi siamo qui», aggiunge Lombardo.
Dopo la denuncia «si dovrebbe poter capire se è stato un caso singolo o se c’è gruppo di persone alle quali non sta bene cosa facciamo e reagiscono così. Sarebbe una cosa molto preoccupante», dice ancora il coordinatore. «Noi denunceremo insieme a lui l’accaduto nella speranza che mai più si ripeta una tale azione fascista. Ogni giorno nelle scuole lottiamo per abbattere ogni forma di violenza e odio. Gli studenti siciliani non ammetteranno violenze di questo tipo e saranno pronti a mobilitarsi contro lo squadrismo e l’oppressione», conclude Lombardo.
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