Aggrediti la iena Ismaele La Vardera e il suo operatore Stavano indagando sul caso Naro. «Non ci fermiamo»

È ancora scosso Ismaele La Vardera, dopo l’aggressione subìta nella notte tra il 2 e il 3 aprile. Insieme alla troupe de Le Iene stava indagando sul caso di Aldo Naro – il giovane medico palermitano di 25 anni ucciso nel 2015 davanti alla discoteca Goa, allo Zen. Un’inchiesta portata avanti da un mese e mezzo dal regista del film Il sindaco. Italian politics for dummies (che racconta dall’interno la campagna elettorale del 2017 nel capoluogo siciliano e La Vardera che si candidò con la Lega). Ad avere la peggio, nell’episodio di ieri notte, è stato l’autore e operatore Massimo Cappello che è finito in ospedale. 

Il programma tv ha postato un breve video che racconta gli attimi precedenti all’aggressione. «Vai a fare la iena da un’altra parte, non ci scassare la minchia qui» gli dice a un certo punto un uomo, il fidanzato di una ragazza che il giornalista voleva intervistare e che stava attendendo all’uscita del teatro dove lavora.  Mentre l’aggressore, che i colleghi del ragazzo chiamano Marco, continua a picchiare l’autore e operatore, gli altri cercano inutilmente di farlo fermare.

«Per la morte di Aldo Naro, un giovane perbene e dalla faccia pulita è stata condannata una persona – spiega La Vardera – ma non c’è ancora assoluta chiarezza su ciò che è successo. Noi da oltre un mese e mezzo stiamo cercando di ricostruire la vicenda, andando a sentire amici e conoscenti di Aldo e quanti quella notte alla discoteca Goa hanno assistito al pestaggio del ragazzo. All’uscita del teatro ci ha raggiunto un uomo, il fidanzato della ragazza. L’uomo all’inizio si avvicina alla telecamera e ci minaccia verbalmente e poi all’improvviso si scaglia con violenza sull’operatore, che è quello che ha riportato i danni maggiori ed è dovuto andare in ospedale per gli accertamenti».

Aldo Naro è stato ucciso quattro anni fa dopo una festa in maschera di un venerdì sera trascorso nella discoteca Goa del popolare quartiere Zen. Una morte arrivata per arresto cardiocircolatorio, dopo che il giovane era stato aggredito con numerosi calci in testa. Per il suo omicidio i giudici hanno condannato a 10 anni un giovane 17enne, reo confesso. Condannati a due anni anche tre buttafuori del locale, mentre sono stati assolti dall’accusa di rissa e favoreggiamento altri cinque giovani

«Noi non abbiamo nessuna intenzione di fermarci – dice ancora il giornalista – e anzi andremo avanti con maggiore fermezza nel tentativo di chiarire le cause e le responsabilità per la morte di Aldo e presenteremo anche denuncia per questa aggressione, anche per tentata rapina perché chi ci ha aggredito voleva portare via la telecamera con il girato. Oggi più che mai, dobbiamo rilanciare un hashtag che è diventato virale: #giustiziaperaldonaro».

Redazione

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