L’albergo sociale nel bene confiscato di via Cefaly a Catania si farà. I lavori di recupero di quello scheletro di cemento in una strada piena di villette nel quartiere Canalicchio sono stati aggiudicati al Rti composto dalla ditta capogruppo Edilcostruzioni Srl con sede ad Aci Castello (Catania) e dalla ditta mandante Cosmak Srl con sede a San Piero Patti (Messina). Il raggruppamento temporaneo di imprese, che ha presentato un ribasso del 32,53 per cento, si è aggiudicato i lavori per 949.069,74 euro (l’importo a base d’asta superava superava 1,3 milioni di euro).
Nei mesi scorsi, aveva fatto discutere la decisione della direzione Lavori pubblici del Comune di Catania di presentare la gara con una procedura a inviti. A essere invitate sono state 15 imprese tra quelle che hanno risposto all’avviso pubblicato sul sito dell’ente. Il 29 dicembre scorso è stato effettuato il sorteggio in forma anonima degli operatori a cui inviare la lettera d’invito ed è stata indetta la procedura negoziata sulla piattaforma telematica. Entro il termine previsto (del 19 gennaio 2021), sono arrivati dieci plichi. Aperte le buste amministrative e verificate le condizioni di regolarità, il direttore Salvatore Marra è passato all’apertura dei plichi delle offerte economiche. La più vantaggiosa era quella della Rti Edilcostruzioni-Cosmak.
Il bene confiscato alla mafia al numero civico 16 di via Francesco Mannino Cefaly è una struttura abusiva risultata perfettamente in regola dal punto di vista antisismico durante la fase preliminare delle indagini per la verifica delle condizioni. Da quando, nel gennaio del 2018, è stato pubblicato il bando per l’affidamento dell’immobile a scopo sociale, il progetto per trasformarlo da simbolo del potere criminale a bene per la collettività è rimasto sempre lo stesso: la villa rimasta incompiuta diventerà un albergo sociale, ovvero un alloggio per anziani, migranti, persone senza fissa dimora o in stato di necessità abitativa mentre nel terreno tutt’attorno nasceranno degli orti urbani.
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