«Che c’entra la famiglia Virlinzi con l’agenzia delle entrate?». E soprattutto: «Perché l’ente paga più di due milioni e 125 mila euro euro l’anno, da dieci anni, per l’affitto di due palazzine in via Monsignor Domenico Orlando 1?». La domanda l’ha posta al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan la deputata catanese del Movimento 5 stelle Giulia Grillo. L’immobile, fino al 2003, era peraltro di proprietà statale. In quell’anno è stato messo in vendita dall’Inpdap, ente pensionistico dedicato ai dipendenti della pubblica amministrazione,oggi confluito nell’Inps, e acquistato «dalla Vir immobiliare srl, di proprietà della famiglia di imprenditori, con un mutuo ipotecario di 10 milioni, e subito messo in affitto», afferma Grillo in una interrogazione parlamentare presentata lo scorso 30 aprile.
«Ormai è evidente: quello degli affitti è uno dei settori dove dobbiamo indagare di più – spiega a CTzen la deputata del M5s – A Catania l‘agenzia delle entrate ha già speso oltre 20 milioni di euro. Con la metà dei soldi avrebbe potuto comprare i locali. Ma ci sono decine di casi simili», spiega Grillo. Come quello, oggetto di una interrogazione in commissione, relativo agli affitti e alle carenze d’organico della Questura a Catania: sette grandi locali, tra i quali la caserma di piazza Pietro Lupo, sono in locazione. «Avevamo chiesto al ministero dell’Interno se non fosse il caso di utilizzare la caserma Sommaruga e risparmiare. Lì il viceministro Filippo Bubbico ci rispose che “la Sommaruga non era in dismissione e che presto sarebbe arrivata la cittadella della polizia a Librino“. Però se ne parla dal 2007 e dei 30 milioni di euro destinati dal Cipe non c’è traccia», racconta la deputata.
Sui locali affittati dai Virlinzi all’agenzia delle entrate, «a prezzi fuori mercato», la deputata chiede ora al ministro Padoan «quali decisioni intenda assumere per evitare l’ennesimo vantaggio ingiusto per talune società a scapito di tutti i cittadini». Anche perché proprio da un cittadino viene la richiesta di intervento. «L’interrogazione, come molte altre, nasce dalla segnalazione di un cittadino via email: ci ha sottoposto la questione e, dopo aver verificato le cifre, ho effettuato l’interrogazione», spiega Grillo. Un modo di raccogliere le istanze che per la deputata rappresenta «una vera prova di democrazia dal basso. Il problema, non avendo filtri leggendo tutte le email personalmente, è che ricevo anche troppe segnalazioni».
La risposta del ministero è attesa tra due settimane: come da regolamento parlamentare, l’interrogazione verrà messa all’ordine del giorno. Ma la risposta potrebbe non arrivare: «E’ capitato spesso che il governo non rispondesse e, se non lo farà, manderemo fax e richieste di documenti per farci rispondere direttamente dagli uffici, come abbiamo già fatto altre volte», spiega la deputata. Il tema degli affitti, del resto, «per quello che ho visto in un anno alla Camera è quello dove più facilmente si riescono a favorire amici e conoscenti. Tutti gli scandali romani di cui si è parlato sui giornali lo dimostrano», conclude Giulia Grillo.
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