Il Comune di Palermo si accinge a pagare degli espropri di aree che dovrebbero essere cedute gratuitamente? E se sì, a chi andrebbe questo regalo da due milioni di euro sottratti alle asfittiche casse comunali rimpinguate da un pressione fiscale tenuta al massimo?
E, ancora, Sala delle Lapidi vorrebbe rendere edificabili le aree che hanno subito incendi e che, per legge, dovrebbe essere precluse a qualsiasi attività edilizia?
Domande lecite alla luce di due delibere approvate da Sala delle Lapidi sulla quale tenta di fare luce Nadia Spallitta, consigliere di Movimento 139:
«Il Consiglio comunale ha approvato due delibere che, sotto certi aspetti, rappresentano degli atti dovuti ma che, tuttavia, presentano alcune criticità. Con un primo provvedimento è stata data efficacia alla delibera avente ad oggetto la proroga dei vincoli preordinati all’esproprio, al fine di completare la via Palinuro, in zona Mondello.
«Costo complessivo dell’opera: 2 milioni di euro, ivi comprese le espropriazioni. Ho predisposto- annuncia Spallitta- un ordine del giorno, votato dall’Aula, per verificare se l’area da espropriare ricadesse all’interno di una lottizzazione votata anni fa perché, in questo caso, i lottizzanti avrebbero avuto l’obbligo di cedere le aree gratuitamente al Comune per le urbanizzazioni secondarie e permettere la realizzazione di quelle primarie. Diversamente si configurerebbero gli estremi di un danno all’erario. L’atto votato in Consiglio, invece, prevede l’espropriazione e non la cessione, e dunque un esborso per quell’area».
Ma non è tutto. Con un secondo provvedimento è stato approvato il cosiddetto catasto dei soprassuoli, uno strumento che serve ad individuare le aree boschive ed i pascoli che hanno subito incendi negli ultimi 5 anni.
«Su queste aree, gestite anche dagli organismi regionali competenti, subentra un vincolo di inedificabilità assoluta, rivolto a tutelare il territorio boschivo cittadino e scoraggiare azioni dolose.- spiega la consigliera di Movimento 139 a Meridionews.
Secondo la legge questo piano deve essere aggiornato annualmente, rispettando una programmazione complessiva che la Regione ha adottato nel 2013, individuando i territori che dovevano essere boschivi e di pascolo.
«La delibera del Consiglio, invece, – sottolinea Spallitta- fa riferimento alle aree boschive e di pascolo indicate nel Piano regolatore del Comune del 2002 che, a mio avviso, non rappresenta l’attuale situazione dei luoghi. Su questo punto presenterò un’interrogazione per capire quali differenze esistano tra il piano regionale e quello comunale e per quali motivi l’Amministrazione non utilizzi i dati aggiornati al 2013. Ritengo la vicenda molto delicata perché l’inserimento o meno di un’area in questi piani ne determina altresì un vincolo di inedificabilità assoluta».
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