Aeroporto di Comiso, firmata la convenzione Riggio: «Grande sfida in mano alla Soaco»

Centocinquanta giorni a partire da oggi e, dopo cinque anni di attesa, l’aeroporto di Comiso potrebbe finalmente aprire le sue porte e le sue piste ai passeggeri siciliani e non solo. E’ il termine stabilito dalla convenzione relativa ai servizi di assistenza al volo firmata ieri mattina a Roma dall’Enav (Ente nazionale di assistenza al volo), il comune di Comiso e la Soaco, società di gestione dello scalo ibleo.  «Un traguardo importante» per il presidente Soaco Rosario Dibennardo, per cui «adesso si deve cominciare a lavorare con il territorio». «L’inizio di una grande sfida», per altri. Come il presidente dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) Vito Riggio e il professore di Finanza pubblica all’università Bicocca di Milano ed esperto del settore aereo Andrea Giuricin, che uno da Roma e l’altro da Brussels affermano lo stesso concetto: l’aeroporto di Comiso ha ottime potenzialità se i suoi manager saranno in grado di attirare compagnie aeree e se lasceranno fuori la politica.

«Un aeroporto non serve a nulla fine a se stesso, è una cattedrale nel deserto – afferma Giuricin – Quello di Comiso, se fosse gestito da privati interessati a svilupparlo, avrebbe le potenzialità di fare crescere l’economia del territorio. Stime – aggiunge – parlano di mille posti diretti e mille indiretti per milione di passeggeri». Inferiori i numeri del presidente Enac, per cui l’aeroporto potrà accogliere «massimo 600mila passeggeri». «Sarebbe già un grande traguardo, ma per arrivarci ci vuole un lungo lavoro», dice Riggio, che prevede che «per l’estate sarà più facile perché lo scalo di Comiso potrà fare da supporto a Catania, ma per l’inverno ci sarà da faticare». E avverte: «Di cose che non stanno in piedi in Italia non se ne possono fare più. Le potenzialità ci sono se c’è qualcuno che le sa trovare. Il territorio certamente le ha, con le sue attrattive storiche, naturali, culinarie». Ma le compagnie vanno dove c’è mercato e l’aeroporto può funzionare solo se ci sono le compagnie. «Tutto – afferma – è in mano alla Soaco e alla sua capacità di fare affari con i vettori». Dalla gestione, inoltre, sia per il professore che per il presidente dell’Ente per l’aviazione civile, deve stare lontana la politica. «L’aeroporto deve essere efficiente però, quindi la politica deve starne fuori», dice Giuricin. E Riggio gli fa eco: «Quella dell’aeroporto di Comiso è una grande scommessa industriale e per vincerla serve che i manager non ascoltino le cattive suggestioni della politica».

I passi da compiere nei prossimi 150 giorni sono la formazione del personale da parte dell’Enav, che si stima sarà pronto entro Pasqua, e il completamento delle certificazioni da parte dell’Enac. «Ci sono quelle per le infrastrutture, ora si deve passare a quelle per l’aeroporto», spiega Riggio. «Mercoledì sarà già messa in funzione la torre di controllo», aggiunge Dibennardo. Parallelamente, la Soaco dovrà pensare a concludere accordi con le compagnie aeree.

«Ci sono già parecchi contatti con diverse compagnie, che – adesso che la firma è arrivata – intensificheremo. Con la Ryanair e altre low cost, ma anche con la compagnia di bandiera. Noi non chiudiamo le porte a nessuno», dichiara Dibennardo. E si dice fiducioso nelle «forti sinergie con il cda della Sac di Catania», socio di maggioranza della Soaco. Un sentimento condiviso da Nico Torrisi, amministratore delegato della Sac, che esprime la «totale soddisfazione per il traguardo raggiunto» mentre è a Londra per partecipare al World travel market, evento di riferimento per il turismo mondiale. E dove «promuoverà anche l’aeroporto di Comiso e il Sistema aeroportuale integrato Catania-Comiso», sottolinea Dibennardo. E a chi dice che lo scalo ibleo è rimasto chiuso per 5 anni proprio per volere della Sac, il presidente Soaco risponde che il piccolo aeroporto «non sarà concorrente ma complementare a quello di Fontanarossa. Non ha le dimensioni per poterlo considerare un concorrente». Per lui che  prevede «fino a un milione di passeggeri – ma la Ryanair potrebbe portarne ancora di più, dice – sarà l’aeroporto low cost di Catania».

L’obiettivo della Soaco è di «arrivare in pareggio e di vedere lo scalo inserito nel piano nazionale degli aeroporti», afferma Dibennardo. Per raggiungerlo «serve il supporto della politica, che dovrebbe intervenire anche con incentivi», dice. Per il presidente, però, «la sfida più difficile è già stata superata: la sottoscrizione dell’accordo con l’Enav». Non sono d’accordo Riggio e Giuricin, per cui la firma non è un risultato, ma solo l’inizio di una sfida che, se non gestita da manager, guardando agli interessi dell’aeroporto e del territorio, sarà difficile vincere.

Agata Pasqualino

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