Un volo charter, pagato dallo Stato italiano, lascia a terra 180 migranti perché il pilota giudica inidonei i loro certificati medici. È successo all’aeroporto di Comiso, nel Ragusano, due giorni fa. La compagnia aerea è la NikiFlight, dell’Air Berlin. A rendere noto l’accaduto, confermato anche dallo scalo, è Igor Gilarda, segretario regionale del Consap, la confederazione sindacale autonoma di polizia. Sul caso, Luigi Di Maio, deputato del Movimento 5 Stelle e vice presidente della Camera dei Deputati, sta preparando una interrogazione parlamentare urgente.
«Quello che è successo all’aeroporto di Comiso è surreale – si legge in una nota del Consap Sicilia – L’altro ieri notte (8 novembre), attorno alle 4, sono partiti tre pullman alla volta dell’aeroporto di Comiso, da Agrigento. I migranti, circa 180, provenivano prevalentemente da paesi dell’Africa centrale (Ghana, Burkina Faso, Nigeria e Gambia)». Giunti a Comiso intorno alle 9 di mattina sarebbero dovuti partire alla volta di Bologna con un aereo della compagnia fondata dal noto pilota Niki Lauda.
Ma qualche cosa – sottolinea il segretario regionale del sindacato, Igor Gilarda – è andata storta. Il comandante dell’aereo, dopo avere preso visione dei certificati medici che accompagnavano i migranti (tradotti in inglese) e necessari per essere certi che tra questi non vi fosse nessuno con malattie infettive, ha deciso di non farli più salire a bordo. «Le certificazioni rilasciate dall’Asp di Agrigento e dal Cpa di Pozzallo sono state ritenute non idonee, non sappiamo perché», continuano dal sindacato.
Sul punto la compagnia aerea, contatta da MeridioNews per ricevere spiegazioni, si trincera dietro una risposta molto formale: «NIKI had to cancel the flight from Sicily to Bologna on 8Th of November due to operational reasons», dice l’ufficio stampa di Air Berlin. Ovvero: «NIKI ha dovuto cancellare il volo dalla Sicilia a Bologna, l’otto novembre, per ragioni operative». Non meglio identificate. Sempre l’Airberlin risponde al nostro giornale che non può aggiungere altro: «We cannot give you any further information».
Così la richiesta di spiegazioni è stata rivolta anche a Claudio Pulvirenti, medico responsabile della Sanità aerea presso lo scalo di Fontanarossa, che ha seguito il caso: «È stato un capriccio del pilota che non aveva nessun motivo per fare quello che ha fatto. Tutti avevano i certificati rilasciati dall’Asp. Si è lamentato del fatto che non erano scritti in inglese, ma noi siamo medici italiani».
Un capriccio però suffragato dalla sua società. «La compagnia in questione non era mai stata utilizzata per questo scopo – sottolinea Pulvirenti – Probabilmente il pilota si è spaventato perché ha visto qualche migrante con la mascherina e qualche agente con la tuta bianca di protezione. Ma ripeto che non c’era motivo di avere paura, non c’era nessun malato infettivo».
Per la cronaca, alla fine, dopo ore di estenuante attesa, alle 20.30 un altro volo di un’altra compagnia ha permesso a migranti e poliziotti di raggiungere Bologna, verso le 22 della stessa sera. Ma il Consap insiste: «Denunciamo da mesi che i controlli sanitari sono insufficienti e che noi siamo sottoposti a rischi sanitari. Non hanno convinto il pilota austriaco che avrà avuto le sue ragioni condivise dalla sua compagnia, che di certo, non spreca il carburante inutilmente con i viaggi a vuoto».
Perché, nella vicenda, c’è anche la questione dello spreco di denaro pubblico. «Vorremmo sapere anche se questo viaggio a vuoto lo stanno comunque pagando i cittadini italiani», sottolinea Gelarda. Per Rosario Orlando, della consulta nazionale Consap, «l’approssimazione con cui viene gestito tutto il sistema dell’accoglienza e degli accompagnamenti in Italia è assolutamente inaccettabile, come inaccettabili sono i rischi a cui veniamo sottoposti».
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