Sono nove gli avvisi di garanzia notificati dalla Procura di Palermo per reati che vanno dall’abuso d’ufficio alla distruzione e deturpamento delle bellezze naturali dell’Addaura. Sotto la lente dei pm Bernardo Petralia e Francesco Del Bene il sistema delle autorizzazioni e l’utilizzo effettivo delle concessioni demaniali del costone roccioso sul mare alle pendici di Monte Pellegrino. Concessioni ai fini turistici balneari, infatti, sono state utilizzate per l’apertura di esercizi commerciali come ristorazione e attività danzante.
E proprio per il mancato rispetto delle norme di tutela del paesaggio e dei vincoli ambientali e naturalistici è stato sequestrato il Cala Levante sea lounge club, sul lungomare Cristoforo Colombo, all’Addaura. La misura è stata emessa in via preventiva. Gli investigatori del gruppo tutela patrimonio ambientale della Procura e i forestali hanno riscontrato nel noto locale anche delle difformità urbanistico-edilizie.
E tra gli indagati ci sarebbero alcuni funzionari dell’assessorato regionale al Territorio e dell’Ufficio Attività produttive del Comune di Palermo per abuso d’ufficio e violazione di norme ambientali nell’inchiesta che oggi ha portato al sequestro preventivo del lounge club Cala Levante. Iscritti nel registro degli indagati sarebbero anche i titolari della società che gestisce la struttura. L’indagine sarebbe nata dall’esposto di alcuni cittadini residenti nella zona, assistiti dall’avvocato Carlo Pezzino Rao. Secondo gli inquirenti i titolari avrebbero potuto svolgere, in base alla legge, soltanto attività balneare, invece, grazie a illegittime concessioni demaniali, sono stati realizzati un ristorante, una discoteca e un pub. Nell’indagine è confluita una relazione della Sovrintendenza che parla di «stravolgimento dell’orografia dei luoghi»..
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