Si fa duro lo scontro sulla gestione idrica in Sicilia. A destare scalpore è latteggiamento del Governo regionale di Rosario Crocetta. Il presidente della Regione, in campagna elettorale, si è schierato per la gestione pubblica dellacqua in Sicilia, secondo quanto stabilito dal un referendum nazionale che ha sancito la vittoria schiacciante dei cittadini italiani che si battono per il ritorno alla gestione pubblica dellacqua contro una legge voluta nei primi anni del 2000 dal Governo Berlusconi.
Il governatore Crocetta, in campagna elettorale e nei primi mesi del suo Governo, ha sempre detto di essere daccordo con lacqua pubblica. Anzi, per la precisione, lacqua pubblica era uno dei punti forti della sua annunciata Rivoluzione.
Nei primi mesi di Governo, quando Crocetta e i parlamentari del Movimento 5 Stelle filavano damore e daccordo, il presidente non aveva nulla da dire sul fatto che la Commissione legislativa Ambiente dellArs, presieduta dal grillino Giampiero Trizzino, coadiuvato da una sottocommissione, lavorava per il ritorno alla gestione pubblica dellacqua in Sicilia.
Qualche giorno fa, il colpo di scena che, stranamente, non ha trovato molta ospitalità nellapparato mediatico siciliano. Crocetta, infatti, ha cambiato opinione. E ha mandato avanti lassessore Nicolò Marino, che ha presentato alla quinta Commissione dellArs, un nuovo, allucinante disegno di legge che prevede, tra le altre cose, la permanenza dellacqua nelle mani dei privati.
Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle allArs, però, non ci sta. E annuncia battaglia. I grillini ribadiscono fermezza nel difendere la gestione pubblica dell’acqua, anche nel rispetto della volontà popolare espressa con il referendum del giugno del 2011.
Spiega Giampiero Trizzino: Cinque mesi di lavoro della sotto-commissione sul servizio idrico non possono essere cancellati con un colpo di spugna. A gennaio abbiamo scelto il disegno di legge di iniziativa popolare sull’acqua pubblica. La Commissione Ambiente ha lavorato alacremente per conoscere la situazione siciliana, ascoltando i soggetti gestori e i comitati. L’ultimo giorno utile per il deposito degli emendamenti, il Governo Crocetta, anziché presentare modifiche al testo di iniziativa popolare, ha presentato un nuovo disegno di legge. Ci rendiamo conto della delicatezza della materia e del fatto che il Governo voglia partecipare attivamente al processo di riforma, ma in questo modo si tagliano fette di potere all’organo legislativo.
Aggiunmge Valentina Palmeri, altra parlamentare regionale grillina: In qualità di presidente della sottocommissione ho proceduto all’audizione dei commissari liquidatori degli Ato di tutta la Regione, dei vari enti che hanno in mano attualmente la gestione dellacqua, come Amap, Siciliacque, Eas, di alcuni rappresentanti del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, di esperti del settore ecc. Abbiamo verificato che la gestione privata dellacqua è stata fallimentare, molti Comuni non hanno provveduto a consegnare gli impianti idrici all’Atp, gestendo con molte difficoltà le acque autonomamente. La maggior parte dei gestori privati non ha adempiuto agli obblighi contrattuali, le multigestioni sono disastrose, il prezzo dell’acqua all’ingrosso di Siciliacque è sovraccaricato e quindi incide pesantemente sulle tariffe. Ci sono sprechi enormi e inquinamento nel comparto agricolo e industriale, tecnologie obsolete e infrastrutture incomplete e mancanza di visione d’insieme. Ci siamo battuti da sempre e, alla luce di tutti gli elementi raccolti, ci batteremo per una gestione pubblica e basata sul principio del risparmio, della partecipazione dei cittadini e della solidarieta’ tra i diversi territori.
Sulla stessa lunghezza donda Matteo Mangiacavallo, anche lui parlamentare di Sala dErcole del Movimento 5 Stelle: Noi del M5S
proveniamo da anni di lotta per l’acqua bene comune a fianco del Forum italiano dei Movimenti per l’acqua e non intendiamo buttarli al vento adesso. Non sosterremo alcun disegno id legge che vada contro l’esito referendario che attende da ben due anni d’essere ancora rispettato. Le convenzioni con gli attuali gestori privati devono essere rescisse e non deve in alcun modo essere prevista la gestione con società di capitali. Su queste basi possiamo cominciare a parlare di gestione pubblica dell’acqua senza offendere l’intelligenza dei cittadini siciliani.
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