Acqua pubblica, Forum catanese in piazza «Il Comune calpesta l’esito del referendum»

«Signor sindaco, si ricordi che non si vota solo per le elezioni, anche il referendum rappresenta una scelta dei cittadini, che voi state calpestando». Per gli attivisti del Forum catanese acqua bene comune è arrivato il momento di scendere di nuovo in piazza per difendere il diritto all’acqua come risorsa pubblica. Lo hanno fatto stamani con una conferenza stampa in piazza Duomo a Catania. Una risposta al piano di dismissioni delle società partecipate approvato dalla giunta guidata dal sindaco Raffaele Stancanelli e in attesa di essere discusso in consiglio comunale.

Tra i servizi pubblici che verranno in parte privatizzati figurano il trasporto con la società Amt, il gas con l’Asec e i parcheggi con Sostare. Ma soprattutto l’amministrazione ha deciso di disfarsi del 49 per cento della Sidra, la società che si occupa di risorse idriche. «Una proposta che calpesta lo spirito referendario – spiega Sara Giorlando, avvocato del Forum – perché il secondo quesito abrogava il principio della remunerazione del capitale investito e quindi diceva chiaramente no al profitto. Che interesse avrebbe un privato a gestire la Sidra senza trarne guadagno?». Gli attivisti, armati di striscione e volantini, hanno cercato di informare i cittadini, a dir la verità poco interessati, di passaggio in piazza Duomo. Ma promettono che quello di stamattina è solo l’inizio.

«Perché se i privati hanno interesse a guadagnare non potrebbe farlo anche il Comune? – chiede Danilo Pulvirenti – la verità è che quest’amministrazione non ha idee, quindi dovrebbe andarsene a casa e fare posto ad altri». Se, come spiegato dal docente Roberto Cellini, i Comuni non hanno nessun obbligo di legge di cedere le partecipate, ma sono pur sempre liberi di farlo, secondo gli attivisti questa facoltà discrezionale non scatterebbe per i servizi idrici. «Lo spirito del referendum è chiaro – sottolinea Giorlando – l’acqua non è un bene che può essere sottoposto a profitto, ma va gestito dal pubblico, con modalità quanto più partecipate. Sia il referendum sia le sentenze della Corte Costituzionale, inoltre, dicono chiaramente che l’obbligo di privatizzare è incostituzionale per tutti i servizi pubblici».

Matteo Iannitti, presente stamani in rappresentanza di Rifondazione Comunista, da sempre a fianco del Forum senza bandiere di partito, sottolinea invece i rischi per i lavoratori delle partecipate, in particolare quelli della Multiservizi. «Il Comune cederà il 100 per cento della società – spiega – quindi i dipendenti potrebbero trovarsi dall’oggi al domani in mezzo alla strada, ed è bene ricordare che nella Multiservizi sono finiti lavoratori vittime di tante crisi aziendali». Per non parlare dei possibili disagi ai cittadini. «L’Amt – conclude Iannitti – potrebbe fare la fine della Tirrenia. Una volta lasciata la gestione operativa ad un privato, questo potrebbe scegliere di mantenere solo le tratte più redditizie, così i catanesi direbbero addio ai turni notturni o ai collegamenti con le periferie».

Salvo Catalano

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