«Non esiste alcun caso bollette pazze». Ad affermarlo è Acoset, la società che si occupa del servizio idrico in parte della provincia di Catania. La nota della società per azioni, le cui quote sono divise tra i Comuni serviti, arriva in seguito all’articolo di MeridioNews sulla segnalazione inoltrata all’Antitrust, dal legale di uno delle migliaia di utenti. Nel mirino sono finite le fatture recapitate da Acoset per l’utilizzo dell’acqua.
«Dobbiamo nuovamente respingere, decisamente e
fermamente, le contestazioni mosse dal legale e la ricostruzione fatta nell’articolo – si legge nella nota -.
Usiamo non a caso la parola nuovamente poiché già negli anni passati i nostri uffici competenti per materia
hanno inviato diverse risposte alle contestazioni mosse dal legale, motivandole e inviandole
contestualmente, e per conoscenza, anche all’Agcm (l’Antitrust, ndr)». Acoset specifica anche che «la pratica della fatturazione di acconto è assolutamente
legittima», sottolineando che negli anni 2020-2021 essa è stata adottata «per recuperare
eventuali ritardi di rilevazione lettura (proprio quelli contestati dal legale)».
«I consumi fatturati in acconto sono stimati in base alla media dei consumi reali dello stesso trimestre dei due anni precedenti – prosegue la nota della società – Per intenderci: la fattura terzo trimestre del 2021 si basa
sulle fatture del terzo trimestre del 2020 e del 2019. Quindi presumibilmente il più vicino possibile al consumo
reale dell’utente.
Quanto fatturato in acconto viene eventualmente conguagliato nel trimestre successivo nel quale il
consumo reale rilevato (“lettura del contatore”) viene fatturato con il metodo prodie, cioè il calcolo
dell’importo delle fatture su un consumo giornaliero e non a fascia.
La struttura tariffaria – va avanti Acoset – si adatta perciò al periodo dei consumi non alle fasce, a beneficio dell’utente e non a
suo discapito». La società sottolinea anche che i dettagli della struttura tariffaria prodie vengono inseriti su ogni singola bolletta utente e ribadisce che «i vantaggi si ripercuotono soprattutto per i “contratti da non
residente”, cioè quei contratti che spesso vengono attivati per le seconde case o, per citare l’articolo, dove “l’utenza è una casa vacanze, abitata solo nei mesi estivi e priva di piscina” (cosa che però non esclude la
presenza di un impianto di irrigazione per il verde privato, pratica tra l’altro non consentita essendo la
risorsa idrica fornita da Acoset non per uso irriguo)».
In merito alle contestazioni dell’utente che si è rivolto all’Agcm, Acoset riporta anche uno stralcio delle risposte inviate dai propri uffici: «Il
consumo rilevato non è omogeneo nel corso dell’anno, mostrando dei picchi nel periodo estivo che
portano a un aumento dell’importo della fattura del terzo trimestre nel quale tale consumo viene
effettuato». La società, infine, ricorda come, essendo a totale capitale pubblico, nessuno interesse potrebbe esserci dall’esercizio di pratiche scorrette. «Perché ogni tipo di profitto non rimane in senso stretto all’azienda Acoset ma viene reinvestito sempre a beneficio della collettività, dei proprietari reali dell’azienda e degli utenti – si legge nella nota -.
Acoset, inoltre, è già soggetta a uno stretto controllo da parte di un’autorità nazionale, non serve
l’Antitrust.
L’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, la quale svolge attività di regolazione e
controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del
telecalore) esercita i propri poteri istituzionali nei confronti di Acoset: esamina i nostri comportamenti
aziendali, emana le direttive che noi applichiamo e – conclude la nota – approva le tariffe per la risorsa idrica». Le tariffe Acoset possono essere consultate a questo link.
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