Qual è la situazione attuale delle Terme di Acireale? È la domanda che da anni si pongono gli acesi e chiunque ricordi ancora uno dei complessi termali più attrezzati ed efficienti del Mezzogiorno. Tempo ne è passato da quando lo stabilimento ha man mano chiuso i battenti. Si è così fatta strada la rassegnazione: le Terme non vedranno mai più la luce. Ultimo capitolo che segna il totale decadimento delle Terme è stata la chiusura dell’hotel Excelsior, nel 2011. Quest’ultimo e il centro polifunzionale fanno parte di Terme spa: lo stato dei luoghi è di completo abbandono e, quindi, nel continuo mirino dei ladri. Tutto ciò che si poteva è stato depredato, il patrimonio immobiliare è ridotto all’osso. Gli stabili attualmente sono stati rilevati da Unicredit, che vanta un credito di 12 milioni euro, interessi inclusi. Ma non solo la banca: a chiedere le spettanze sarebbero anche il Comune di Acireale, Riscossione Sicilia e Sogip, cosa che ha fatto lievitare il debito a 15 milioni.
Francesco Petralia, Nino Oliva e Vincenza Mascali sono gli attuali commissari liquidatori. In carica dal 2017, furono nominati dal governo regionale di Rosario Crocetta. Obiettivo: fronteggiare il quadro debitoria e trovare un acquirente. I loro incarichi, da molti, vennero considerati degni da manuale Cencelli. Era allora il centrosinistra per garantirsi poltrone ed equilibri territoriali. L’ipotesi fu subito smentita da Petralia, uno dei liquidatori, candidato sindaco ad Aci Catena all’ultima tornata elettorale proprio con il centrosinistra e, attualmente, consigliere comunale. Ma nel suo ruolo alle Terme lui stesso dice di aver sempre agito «Esclusivamente tecnico e non politico».
«Il nostro mandato dovrebbe aver fine quest’anno, ma mi sento di dire – sottolinea Petralia a MeridioNews – che stiamo lavorando in piena armonia anche con l’attuale governo regionale. Non voglio fare una valutazione politica: parlerei piuttosto delle manovre che abbiamo portato avanti al fine di risanare le Terme». I liquidatori, oltre a redigere i bilanci dal 2014 al 2016, hanno predisposto il quadro economico per il 2017. Adesso l’idea che avanza è quella già indicata dall’ex assessore Alessandro Baccei, ovvero ridar modo alla Regione di riacquistare i beni una volta che questi siano messi all’asta. «Questa ipotesi è già stata fatta nel caso delle Terme di Sciacca – dice Petralia – e bisogna aspettare soltanto che venga fatto il bando di gara, tra dicembre e inizio del 2019». Solo tramite un’asta aperta anche a privati la Regione può tornare in campo: «Scartiamo a priori la possibilità di ricevere soldi pubblici, visto che parliamo di una società per azioni».
Petralia, dati appunto i buoni rapporti instauratisi con il presidente Nello Musumeci e l’assessore all’Economia Gaetano Armao, non esclude che gli incarichi suo e dei colleghi possano essere confermati: «La Regione sta dimostrando la piena volontà di agire in sinergia». Nel frattempo, però, non si arrestano vandalismi e ruberie nel sito abbandonato: «Purtroppo su questo fronte si può fare poco – conclude Petralia – perché i debiti ci impediscono di trovare soluzioni immediate, né abbiamo il personale adatto per mettere fine a questa piaga».
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