Due anni dopo la promessa, in campagna elettorale, di tagliarsi le indennità, l’amministrazione comunale di Acireale ha votato la riduzione del 20 per cento degli emolumenti. La giunta guidata dal sindaco Roberto Barbagallo a partire da questo mese percepirà di meno «per dare un segnale» nell’ottica di tutelare le fasce meno abbienti della popolazione.
La notizia arriva in un momento nel quale il Comune acese è stato a più riprese al centro dell’attenzione mediatica, per vicende non edificanti: dal caso gettonopoli, con le opposizioni extraconsiliari che hanno denunciato il comportamento di larga parte dei consiglieri comunali nella gestione delle commissioni, a quello dei dipendenti assenteisti – per i quali la procura di Catania ha avviato un’inchiesta che vede 67 indagati – la macchina amministrativa è stata più volte criticata. La stessa giunta, dopo essersi presentata davanti agli elettori con lo slogan Cambiamo Acireale, è inciampata in diversi ostacoli che tengono lontana la città da indici vivibilità che si era promessa di raggiungere.
Tra i passi falsi più eclatanti c’era stato appunto il non aver dato seguito al taglio delle indennità. La scelta più volte era stata giustificata, con argomentazioni che avevano dato il via alle critiche. Come quando il consulente economico del sindaco, Salvo Nicotra, in occasione della presentazione delle misure di spending review adottate dal Comune dichiarò che la riduzione era stata annunciata in campagna elettorale, non avendo ben chiaro quale fosse l’importo che sindaco e assessori avrebbero percepito a fine mese. Valutazione che adesso pare essere cambiata, accettando di rinunciare al 20 per cento delle indennità. Una percentuale lontana dal 50 promesso in campagna elettorale da Barbagallo, ma che rappresenta un primo passo verso quel cambiamento votato due anni fa dagli acesi.
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