Ieri pomeriggio, il commissariato di Acireale ha
dato esecuzione a quattro ordini di esecuzione per la carcerazione, per condanne definitive,
emesse dall’Ufficio esecuzioni penali della procura nei
confronti di soggetti pregiudicati: N.G. di 52 anni, condannato a sei anni e due mesi di reclusione, mille euro di multa e interdizione dai pubblici uffici per cinque anni; D.L. di 50 anni,
condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione, 1200 euro di multa e interdizione dei pubblici
uffici per cinque anni; G.A.F. di 47 anni, condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione, 800 euro di multa e interdizione dai pubblici uffici per cinque anni; C.L. 51 anni, condannato a quattro anni e
sei mesi di reclusione, multa di mille euro e interdizione dai pubblici uffici per altrettanti cinque anni.
I provvedimenti restrittivi seguono le condanne passate in giudicato, perché colpevoli, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere
finalizzata ai furti in appartamento e ricettazione di oggetti e beni provento dell’attività
illecita.
I fatti per i quali i quattro sono stati condannati e arrestati risalgono al periodo di fine
2017 – inizio 2018, allorquando gli stessi si resero responsabili di numerosi furti in
abitazione. L’attività investigativa ha permesso di ricostruire la struttura e le dinamiche
di un’associazione per delinquere, ben radicata nel territorio, ma operante anche in altri
comuni della provincia, finalizzata alla commissione di furti seriali ai danni di civili
abitazioni, per lo più ubicate in aree rurali ed extraurbane di questa fascia pedemontana
etnea.
Gli episodi incriminati sono ben tredici, realizzati con sequenza seriale ai
danni di altrettanti appartamenti e ville ubicate tra i Comuni di Acireale, Aci S. Antonio,
Trecastagni, Pedara, Nicolosi e Zafferana Etnea, il cui ingente e variegato bottino è stato in buona parte recuperato e già restituito ai legittimi proprietari. Si tratta di beni e oggetti di
pregio, tra i quali spiccano ceramiche di manifattura siciliana, quadri e suppellettili
d’antiquariato, monete antiche in argento, stufe a pellet ed elettrodomestici di ultima
generazione, attrezzature sportive professionali, financo sanitari e infissi per esterni,
trafugati da abitazioni in costruzione e, almeno in un caso, riciclati in altre strutture
residenziali.
È stato inoltre evidenziato la sussistenza di una stabile e connivente rete
di soggetti, dedita al riciclaggio degli innumerevoli beni e oggetti frutto dell’attività. All’epoca, la devastante azione criminale del gruppo fu interrotta
all’esito delle indagini del Commissariato di Acireale che, il 6 novembre 2018, ha eseguito diverse misure cautelari: dalla custodia cautelare in carcere
all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emesse dal gip del Tribunale di
Catania, su richiesta della Procura della Repubblica etnea, nei confronti di otto persone
ritenute coinvolte nell’attività criminale.
Dopo le formalità rito, gli arrestati sono stati trasferiti al carcere di piazza Lanza.
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