«Il sottoscritto dichiara di sporgere formale atto di esposto-denuncia nei confronti di tutti coloro che verranno ritenuti responsabili in relazione a tutti i reati che nei fatti esposti potranno essere ravvisati». Queste righe sono riportate in calce a una denuncia presso la procura della Repubblica. L’atto di accusa è stato presentato il 18 settembre dal progettista e direttore dei lavori del Cable Park Gianfranco Caudullo, che si è dunque rivolto alla magistratura affinché gli organi comunali e regionali facciano ripartire i lavori del parco acquatico che dovrebbe nascere in via San Piero Patti, nella frazione di Aci Platani.
Il cantiere è stato bloccato lo scorso luglio in seguito ad un’ordinanza di sospensione dei lavori emessa dai vigili urbani, perché la struttura sorgerebbe su un terreno a uso agricolo che deve essere convertito a zona di verde pubblico. Fondamentale quindi il parere dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente, che deve valutare la non assoggettabilità a Vas (variazione ambientale strategica) attraverso un atto formale, per poi spostare le responsabilità sul consiglio comunale per approvare la variante al piano regolatore.
Un momento importante, che doveva aver luogo il 6 settembre, ma che invece pare essersi arrestato. L’assessore regionale Maurizio Croce, al quale spetta il vaglio della pratica, afferma che non c’è alcun problema: «La commissione competente si riunirà il 5 ottobre – spiega a MeridioNews -. Mi risulta che all’ordine del giorno ci sia proprio questa vicenda del Cable Park». Croce, poi, smorza qualsiasi retroscena su possibili stop alle pratiche: «Ci sono stati dei rinvii dovuti a problemi amministrativi: non c’era nient’altro, il trasferimento delle carte è stato più lento. Abbiamo cercato di accelerare i passaggi conclude il componente del Governo Crocetta – ma è giusto che, nell’attesa, i lavori vengano bloccati».
Stando alle parole di Croce, dovrebbero arrivare degli sviluppi a breve giro di posta. Intanto, però, i cancelli del Cable Park sono sbarrati e le polemiche non sembrano affievolirsi. Ad agosto, Caudullo aveva deciso di mettere in sicurezza la struttura riempiendo d’acqua uno degli invasi. Questo passaggio ha scatenato le polemiche di alcuni consiglieri comunali, facendo scomodare anche alcuni tecnici. Controlli e tempi dilatati della burocrazia hanno spinto Caudullo a fare ricorso alle autorità. Dopo l’atto presentato dal progettista alla procura, ecco che nella giornata di mercoledì sono arrivati i sigilli: un fermo amministrativo disposto dai vigili urbani, che blocca definitivamente l’accesso a chiunque all’interno della struttura. «Il sequestro di ieri è un bruttissimo segnale – conclude Caudullo -. Fino a quando sospendevano i lavori era comprensibile, c’era una fase di contrattazione, la sospensione non si può prolungare più di tre mesi. Ma il sequestro, che non è giudiziario, è davvero un atto grave: siamo vittime di un abuso di potere».
A Caudullo risponde il comandante dei vigili urbani di Acireale Antonio Molino, il quale non si sbilancia con le parole, visto il procedimento in corso: «Non posso rilasciare dichiarazioni perché sono soggetto al segreto istruttorio: nel cantiere – aggiunge – si sono portati avanti avanti i lavori in un’area agricola, nonostante si trattasse di area agricola. Questo – dice il comandante – ci ha costretto a mettere i sigilli. Credo sia qualcosa di molto grave e da incoscienti». «Si vuole far passare il fatto che la burocrazia sia contro lo sviluppo e contro chi lavora – si difende Molino – ma qui si parla di rispetto delle regole»
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