Acireale, macchine infiorate per il 25 aprile Fondazione Carnevale: «Nessuna malizia»

Il significato del 25 aprile ad Acireale il prossimo anno potrebbe essere frainteso. Il Comune ha deciso, infatti, di far coincidere la ricorrenza della liberazione dal nazifascismo con il carnevale dei fiori, secondo atto di quello tradizionale in cartapesta previsto per inizio febbraio. La scelta della fondazione Carnevale è stata concordata con l’amministrazione guidata da Roberto Barbagallo, nell’ottica di destagionalizzare il principale evento folcloristico della città. 

L’idea, però, di ritrovarsi tra le macchine infiorate proprio nel giorno in cui si ricordano fatti storici di ben altra portata ha fatto storcere il naso a molti. Tra essi, l’ex segretario cittadino del Partito democratico Antonio Raciti: «Mi auguro si sia trattata soltanto di una svista e non posso pensare diversamente – dichiara a MeridioNews – ma anche se fosse così sarebbe indice di un basso senso civico. E in un momento come quello attuale non ci si può permettere di veicolare messaggi di questo genere, mescolare il 25 aprile al carnevale». La caduta di stile potrebbe anche avere effetti negativi anche sul turismo: «Cosa potrebbe pensare una persona che arriva da fuori in quel fine settimana e si ritrova con i carri infiorati mentre in tutta Italia si ricorda tutt’altro?», si chiede.

A intervenire sulla questione è il presidente della fondazione Carnevale Antonio Coniglio: «Non abbiamo scelto quella data per creare allusioni equivocabili – specifica -. La decisione è stata presa tenendo in mente l’aspetto turistico. Avevamo l’opportunità di sfruttare un ponte lungo e abbiamo pensato potesse favorire l’arrivo di gente da fuori». Sull’opportunità di far coincidere il carnevale con la festa della liberazione, Coniglio ammette la svista: «Mi rendo conto che può essere letta come una mancanza di sensibilità a certi temi – aggiunge – ma chi parla è un convinto antifascista, e posso assicurare che non c’è stata alcuna intenzione maliziosa». 

«Acireale è una città intimamente di destra, dove il 25 aprile è sempre stato vissuto in tono minore. Forse anche per questo – sottolinea il presidente della fondazione – si è fatta un’inconscia confusione. Mi dispiace e posso assicurare sin da ora che i due momenti verranno separati, evitando di desacralizzare una ricorrenza così importante». Sulla possibilità di tornare indietro e cambiare data, il presidente della fondazione spiega che non si può fare più nulla: «È troppo tardi – conclude -. Abbiamo già informato i tour operator della programmazione».

Simone Olivelli

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