Dopo un’attesa durata quasi un’intera estate, i consiglieri comunali di Acireale hanno approvato la riduzione dei gettoni di presenza ai minimi di legge. La decisione è stata ratificata ieri sera nel corso del consiglio comunale, che ha visto all’ordine del giorno uno dei temi più caldi dell’intero anno: i costi della politica. La rinuncia da parte dei trenta componenti dell’assemblea cittadina sarà, per ogni seduta di consiglio o commissione, di poco meno di otto euro lorde. Si passerà infatti da 63,79 euro a 56,02 euro a gettone.
Il tema della retribuzione dei consiglieri era giunto al centro dell’attenzione in primavera, quando le opposizioni extraconsiliari, con in testa il Movimento 5 stelle, avevano denunciato quello che in breve tempo è finito per essere conosciuto come l’ennesimo caso gettonopoli in salsa siciliana, con costi ritenuti esorbitanti a fronte di un’attività politica giudicata carente. E se per i cittadini non sarà semplice dimenticare di aver pagato i consiglieri per le visite ai presepi, gli incontri con pavoni o per le decine di sedute di commissione retribuite seppur deserte, da oggi potranno almeno trovare parziale conforto nella consapevolezza che i compensi per l’attività consiliare saranno al minimo.
Una decisione presa per necessità «sull’onda dell’indignazione della cittadinanza dopo le nostre denunce», commenta il locale M5s in una nota. Ma la soddisfazione per il risultato raggiunto non accantona l’obiettivo di limitare ancora di più quelli che per i pentastellati continuano a rimanere degli sprechi: «La nostra proposta di spending review sottoscritta da centinaia di acesi e presentata insieme alla Putia del Bene Comune e a Officina Acireale (le altre opposizioni extraconsiliari, ndr) è stata depositata a luglio, ma ancora attendiamo che il presidente del consiglio comunale, Rosario Raneri, ci convochi. Lo farà mai?», continuano.
Proprio da quest’ultimo intanto arrivano parole di soddisfazione per quanto deciso dai consiglieri. Raneri, che nei mesi scorsi era stato al centro delle polemiche per la difesa a oltranza dell’operato del consiglio e per l’attacco al M5s, sottolinea che la riduzione del gettone arriva dopo altre decisioni altrettanto importanti come «il tetto massimo di tre commissioni retribuite a settimana, indipendentemente dal numero di sedute effettuate; la riduzione del numero delle commissioni consiliari permanenti da otto a sei, e il taglio della spesa dei segretari delle commissioni, il cui compito viene considerato d’istituto, e delle dirette televisive». Tutto ciò, secondo il presidente del consiglio, garantirà un risparmio non da poco: «Circa 200mila euro. Cifra che, come anticipato dagli stessi consiglieri comunali – prosegue Raneri -, sarà destinata ai servizi per i cittadini».
Il tema dei costi della politica ha interessato il Comune di Acireale sin dalla primavera 2014, quando in campagna elettorale tutti i candidati a sindaco promisero che, nel caso di elezione, avrebbero ridotto sensibilmente le indennità della giunta comunale. Tra di essi anche il futuro sindaco Roberto Barbagallo, che assicurò un taglio del 50 per cento. Parole che però furono presto archiviate tra le boutade elettorali, poiché – a detta del consulente economico del primo cittadino Salvo Nicotra – gli amministratori non avevano ancora ben capito quanto esigui sarebbero stati i loro compensi.
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