Roberto Barbagallo resta in carcere. A deciderlo pochi minuti fa è stato il giudice per le indagini preliminari, Giovanni Cariolo, alla luce dei riscontri ottenuti dopo l’interrogatorio di garanzia a cui l’ormai ex primo cittadino di Acireale è stato sottoposto martedì. Barbagallo è accusato di avere fatto intimidire, tramite il luogotenente dei vigili urbani Nicolò Urso, due venditori ambulanti di prodotti ortofrutticoli nelle settimane che hanno preceduto le elezioni regionali. Stando alle ricostruzioni dei pm Fabio Regolo e Sebastiano Ardita, Barbagallo avrebbe chiesto al vigile di creare le condizioni affinché i due commercianti decidessero di incontrarlo.
L’occasione sarebbe stata ideale per chiedere loro il sostegno alla candidatura del deputato Nicola D’Agostino, poi eletto all’Ars e in questi giorni in campagna elettorale per le Politiche. «M’aggiuva na cosa elettorale», avrebbe detto Barbagallo rivolgendosi a Urso per chiedergli un controllo ai «due gemellini» fruttivendoli. Il politico originario di Aci Platani, che era stato eletto nel 2014 con la lista Cambiamo Acireale, martedì ha deciso di rassegnare le dimissioni. Una decisione motivata dal proprio legale come «un gesto di sensibilità istituzionale» ma che puntava a ottenere la scarcerazione.
Il gip però ha deciso diversamente. «Faremo ricorso al tribunale della libertà», dichiara Enzo Mellia, l’avvocato difensore di Barbagallo. Ai domiciliari invece va l’ingegnere Salvatore Leonardi, arrestato per le vicende legate al cimitero di Acireale e al presunto finto collaudo della struttura. Leonardi è difeso dagli avvocati Enzo Mellia e Giuseppe Lo Faro.
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