La questura di Catania, in un comunicato, lo definisce «strumento di effrazione che disinnesca il congegno di apertura delle porte delle abitazioni». In realtà non è che un pezzo di plastica, ricavato da una bottiglietta di shampoo per bambini. Il fatto, però, è che gli scassinatori per così dire di professione utilizzano oggetti simili per aprire le porte di abitazioni che non sono state chiuse «a doppia mandata», ovvero con più giri di chiave. Infilando uno spessore di plastica (o un bancomat, o un documento plastificato) nella fessura tra la porta e la parete, si fa scattare lo scrocco della serratura e l’uscio si apre. Uno di questi oggetti, ieri, è stato ritrovato dalla polizia ad Acireale addosso a una donna nomade che, come le altre due che stavano con lei, è domiciliata al campo Rom di Catania. Il terzetto era stato notato dagli agenti acesi in via Piemonte, all’interno di un palazzo. «Dove non avrebbero avuto alcun motivo di trovarsi», scrive la questura.
Le tre donne sono così state fermate, accompagnate al commissariato di corso Umberto e perquisite. E qui, «ben occultato nella biancheria intima», è saltato fuori il pezzo di plastica. Al termine delle verifiche, due di loro sono state denunciate: una, per l’appunto, per possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso, l’altra inosservanza di un provvedimento della questura, era stata espulsa dal territorio nazionale. Tutte e tre, inoltre, sono state raggiunte da un foglio di via obbligatorio, con il divieto di fare ritorno nel centro di Acireale. La polizia aggiunge che nel passato del trio ci sono precedenti penali specifici.
A corredo della notizia, la polizia suggerisce ai cittadini di chiudere sempre la porta di casa a doppia mandata, anche se si è presenti all’interno. Un secondo consiglio riguarda l’uso di Facebook e dintorni. «Evitate – si legge – di annunciare sui social le vostre partenze per le vacanze: ormai i professionisti dello scasso si sono evoluti e l’utilizzo della rete, certamente alla loro portata, potrebbe dare loro indicazioni».
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