Forse non proprio un cerchio magico, ma di certo persone su cui riporre massima fiducia. Dopo la consulenza legale affidata a uno dei fondatori di Cambiamo Acireale nell’ambito di un contenzioso con l’Enel, il 2015 nella città dei cento campanili è iniziato con altri due casi che hanno come protagonisti figure legate a doppio filo all’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Barbagallo.
Il primo riguarda ancora una volta un incarico di natura legale: una disputa particolarmente onerosa derivante da una citazione in giudizio da parte della Dusty Srl. La società che fino all’autunno scorso ha gestito ad Acireale la raccolta dei rifiuti, già un anno fa decise infatti di portare in tribunale l’Ato AciAmbiente (originariamente stazione appaltante, la cui eredità poi è stata raccolta dal Comune) per reclamare un adeguamento dei canoni corrisposti dal 2007 al 2013, oltre il riconoscimento dei compensi relativi ai servizi extra che la ditta avrebbe prestato nel corso degli anni pur non essendo compresi nel capitolato d’appalto. A rendere l’idea dell’importanza di questo contenzioso, basta citare la somma richiesta dalla Dusty: 11,5 milioni di euro, cifra che rischierebbe di mettere in ginocchio qualsiasi ente locale, compreso il Comune di Acireale, sulle cui finanze peraltro negli scorsi mesi si è spesso dibattuto.
Per difendere le ragioni dell’amministrazione è stato nominato Guido Bonaventura, avvocato acese conosciuto per le capacità professionali e perché vicino alla coalizione di governo. Bonaventura, oltre a essere fratello del Marcello fondatore di Cambiamo Acireale (nonché incaricato di difendere il Comune contro l’Enel), fa già parte del consiglio d’amministrazione della Fondazione Carnevale. I legami tra l’avvocato e la compagine di governo però vanno al di là dei rapporti istituzionali: lo studio legale di Bonaventura è infatti lo stesso in cui lavora, come avvocato, l’assessore all’Ambiente e all’Urbanistica Francesco Fichera. Condizioni, queste, che di certo non impediscono al primo cittadino acese di operare le scelte che ritiene più opportune per gli interessi del Comune, ma che allo stesso tempo sembrano postdatare quel cambio di registro promesso in campagna elettorale, quando venne ribadita l’intenzione di modificare il regolamento per la gestione degli incarichi professionali in modo tale da garantire trasparenza e imparzialità nelle scelte.
Ma se nel caso del contenzioso con la Dusty, il Comune di Acireale ha agito nel pieno dei propri poteri, potrebbe essere diverso il caso della recente elezione a revisore dei conti di Filippo Sciacca. Nello specifico, si tratta della terza rielezione, particolare questo che contrasterebbe con i dettami previsti dalla legge. A renderlo noto è stato il locale circolo del Partito democratico secondo cui «Filippo Sciacca sarebbe stato eletto in divieto del Testo unico degli Enti locali, avendo già ricoperto l’incarico per due mandati». Secondo i democratici acesi, inoltre, «sull’argomento si è espresso di recente anche il Consiglio di Stato con una sentenza del 3/12/2014 che esclude di per sé lo svolgimento dell’incarico di revisore dei conti presso un ente locale per una terza volta, indipendentemente dal fatto che gli incarichi stessi siano o meno consecutivi».
E così la vicenda ha portato alla richiesta ufficiale di accesso agli atti da parte di tre consiglieri, che si sono riservati la possibilità di adire le vie legali per fare chiarezza sul caso. Dall’altra l’amministrazione comunale si è difesa, sostenendo che quanto deciso dal consiglio – dove l’amministrazione gode di un’ampissima maggioranza – è legittimo per via di una discrasia tra la legge nazionale e quella regionale in materia di revisori dei conti. Ma a destare curiosità è un altro particolare: Sciacca è associato allo studio commercialista di Salvo Nicotra, il consulente economico del sindaco nonché padre putativo di Cambiamo Acireale. Se non è il cerchio a chiudersi, di certo sono i conti a quadrare.
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