Acireale, che fine fa la giunta se Foti lascia M5s? Sindaco e consiglieri: «Noi legati al Movimento»

«Le possibili scelte che farà Angela Foti non influiranno sull’amministrazione». Non tentenna Stefano Alì, sindaco di Acireale a cinque stelle, che commenta
così a MeridioNews la possibile fuoriuscita della deputata regionale dal gruppo M5s all’Ars. «In passato i cambiamenti di un partito da parte di un onorevole potevano influire sul suo gruppo politico ma non è questo il nostro caso – dichiara il primo cittadino -. Abbiamo un patto con la città e lo dobbiamo portare avanti: il Movimento 5 stelle e i cittadini acesi mi hanno dato fiducia e non posso che ringraziarli».

Foti, insieme agli onorevoli Elena Pagana, Valentina Palmeri, Matteo Mangiacavallo e il già espulso Sergio
Tancredi
, fa parte dei «dissidenti» che nelle ultime settimane hanno accusato gli altri 15 colleghi pentastellati di
sudditanza nei confronti del Partito Democratico. Accuse ricambiate con il riferimento a un’eccessiva apertura che i cinque dissidenti avrebbero mostrato nei confronti del governo Musumeci, per ultimo in occasione della votazione della finanziaria regionale quando Foti e colleghi si sono astenuti. Ad acuire le frizioni poi sono state le dinamiche che hanno portato all’elezione a vicepresidente dell’Ars della deputata acese a discapito dell’altro pretendente in casa cinquestelle, Francesco Cappello.

In attesa di sviluppi e ufficialità, la deputata acese non si scompone: durante la diretta Facebook di domenica scorsa ha glissato tutte le domande relative al suo futuro politico.
Tuttavia il dibattito nella città dei cento campanili resta più che acceso. Acireale dal 2017 è sotto la guida
del Movimento 5 stelle e, nella campagna elettorale che portò Alì alla poltrona di sindaco dopo aver
vinto al ballottaggio, Angela Foti ha mostrato da sempre pieno sostegno agli attivisti locali e tra i primi a
sostenere la scelta del candidato sindaco. «Ho appreso di alcune frizioni della Foti avute con dei colleghi
all’Ars, ma non ne conosco le ragioni né so di eventuali decisioni che potrebbe prendere – spiega Alì -. In ogni caso
il dialogo con lei rimane, così come con chiunque altro decida di aiutare Acireale. All’interno del Movimento
dialoghiamo con tutti i deputati
, da Jose Marano o Ignazio Corrao. La vicinanza ad Angela Foti e il
rispetto per le sue scelte non verranno meno
». 

La domanda sorge spontanea: una possibile fuoriuscita dal
Movimento inciderà nelle dinamiche della politica cittadina? Per tutta risposta i 15
consiglieri di maggioranza
hanno provato a chiarire le proprie posizioni con un comunicato. I consiglieri, come Alì, mostrano la volontà di continuare col
Movimento 5 stelle.
«Devo ammettere che mi sentirei orfana di una figura come Foti – afferma a MeridioNews la presidente del
Consiglio Sonia Abbotto -, ma rispetto le sue decisioni e la stima rimane: qualsiasi scelta farà sono certo che continuerà a dimostrarsi disponibile come sempre. Il Movimento rimane forte, ma ci confrontiamo anche con altre forze politiche». 

Dello stesso avviso anche altri consiglieri. «Sarebbe una botta non da poco per il Movimento: ci ha dato tanti consigli, soprattutto a noi
che siamo alla prima esperienza. Io, personalmente, vado avanti per la città e perché il Movimento
continua a essere per me l’ultima speranza
», sostiene Doriana Zappalà. Mentre per il consigliere
Francesco Coco questo può essere un momento da cui trarre spunti positivi e avere maggiori
responsabilità: «Il Movimento non si identifica nella persona, ma nel simbolo». 

C’è poi chi, come la
consigliera Angela Marino, ammette che alcune cose nel Movimento potrebbero essere riviste. «Va
fatta una revisione sia per quanto riguarda il blocco dei due mandati che sulla questione emolumenti e
rimborsi
», dichiara la consigliera a MeridioNews. Una riflessione che non chiama in causa direttamente la posizione di Foti, giunta al secondo mandato all’Ars, ma che pone un tema da più parti sentito. «Sarebbe giusto per chi ha fatto un ottimo
lavoro permettere di ricandidarsi
e lasciare ai cittadini decidere se ridare fiducia o meno alla stessa persona». A riprova di come dentro al M5s non esistano più tabu.

Carmelo Lombardo

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