«Possibilità di ricevere un risarcimento danni in seguito alla tromba d’aria? Qualcuno ha informato male i cittadini». La doccia gelata, che rischia di far scendere la mannaia sulle speranze di centinaia di persone, arriva da Calogero Foti, dirigente responsabile del Servizio regionale di protezione civile. Foti è intervenuto stamani in merito a presunti errori compiuti dal dipartimento regionale nelle procedure per inoltrare al governo nazionale lo stato di emergenza per i comuni colpiti dall’evento del 5 novembre. Ad alludere indirettamente a tali responsabilità era stato ieri sera il deputato nazionale di Forza Italia Basilio Catanoso. Intervenuto nella seduta straordinaria del consiglio comunale di Acireale – per l’occasione aperto ai deputati regionali e nazionali del territorio – ha dichiarato che «la Regione ha inviato al Dipartimento nazionale di Protezione Civile una richiesta non conforme alle normative». Errori, ha aggiunto, che da Roma sarebbero stati segnalati con una missiva indirizzata al Dipartimento regionale il 24 novembre scorso. «Non ho mai ricevuto questa risposta – replica Foti –. È invece vero che il dipartimento nazionale è in attesa di una relazione integrativa dal nostro dipartimento, documento che dovrà specificare le tipologie di somme richieste e le motivazioni». Tale ritardo, però, non sarebbe imputabile alla Regione: «Da parte nostra – continua il dirigente – abbiamo inviato i tecnici che dovevano accertare il nesso di causalità per quanto accaduto sul territorio. Ora tocca ai comuni risponderà a una nota che abbiamo inviato da più di quindici giorni».
Al di là dell’apparente rimpallo di responsabilità, a tenere banco come detto è la possibilità che i fondi non arrivino mai o comunque non nelle quantità auspicata. E il parere di Foti, su questo punto, è netto: «Ho sentito parlare di risarcimenti danni, ma la legge 100 del 2012, che ha rinnovato le competenze della Protezione civile, parla chiaro: non sono previsti risarcimenti in casi come questo, perché per esserci un risarcimento c’è bisogno di una colpa ed è chiaro che la tromba d’aria non è stata causata da noi». Tutt’al più si può sperare in un aiuto da parte delle istituzioni: «Può essere esaminata – chiarisce Foti – la possibilità di rilasciare un contributo, ma si comprenderà che parliamo di ben altro rispetto a un risarcimento. Tra l’altro va considerato che, essendo a fine anno, non è facile gestire certe risorse e solo la città di Acireale ha richieste per dieci milioni di euro».
Su ciò che invece potrebbe essere fatto si è espresso anche in mattinata lo stesso Catanoso: «Il primo intervento che andrebbe fatto, ma che è già in ritardo di un mese, è quello della sospensione dei tributi locali da parte del Comune di Acireale, nello stesso solco della città di Genova». La proposta di Catanoso, che è stata accolta ieri sera dal consiglio comunale con un voto favorevole, ha fatto da preludio alla decisione da parte della giunta di posticipare al 31 marzo 2015 le scadenze della rata di saldo della Iuc (Imposta unica comunale, ndr), limitatamente alle componenti Tasi e Imu per l’anno 2014, nonché della terza rata di acconto e di quella di saldo della componente Tari per il 2014, a tutte le unità immobiliari giudicate inagibili – anche parzialmente – dall’ordinanza sindacale e oggetto del relativo provvedimento da parte della Protezione civile.
«Si tratta di un piccolo segnale di aiuto ai cittadini danneggiati dalla tromba d’aria, ma la sospensione dell’imposta comunale è un palliativo, non è una soluzione e non è di certo il contributo che spetta ai cittadini››, ha commentato il sindaco Roberto Barbagallo facendo riferimento con molta probabilità a quelle risposte che da settimane attende dal governo nazionale. Risposte che però, stando a quanto dichiarato oggi dal responsabile regionale della Protezione civile, potrebbero essere legate a domande sbagliate.
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