Acireale, 45 nuovi alberi per villa Belvedere Stessa specie di quelli attaccati dagli insetti

La villa Belvedere di Acireale avrà 45 nuovi alberi, ma saranno sempre dei lecci. Ovvero la specie arborea attaccata negli anni passati dal cerambide, l’insetto che, minandole dall’interno, a lungo andare le rende pericolanti. Come è accaduto ad agosto del 2014, quando un grosso ramo si spezzò e cadde a poca distanza da una ragazzina. L’evento portò l’amministrazione guidata da Roberto Barbagallo a chiudere il parco cittadino per motivi di sicurezza, dando inizio a quella serie di verifiche culminate nella relazione della commissione sui lavori di riqualificazione della villa. Lavori per i quali soltanto nei giorni scorsi è arrivato il collaudo tecnico-amministrativo, con cui si è scongiurata la revoca del finanziamento europeo.

In tal senso, i nuovi alberi sono stati resi necessari dopo che gli agronomi della commissione di verifica hanno certificato la loro malattia. Un’operazione che avrebbe dovuto compiere la ditta aggiudicataria dei lavori: «Abbiamo riaperto il cantiere all’interno della Villa Belvedere – dichiara il sindaco Barbagallo -. Si comincia con la piantumazione dei nuovi alberi. Le piante malate e pericolose abbiamo dovuto abbatterle. Quelle nuove, invece, amplieranno il patrimonio arboreo del giardino comunale». 

Sul web, intanto, c’è chi avanza perplessità sulla scelta degli alberi. A essere contestata è la loro grandezza, giudicata inadeguata. Ma soprattutto la specie: non sono stati pochi, infatti, a notare che le piante malate saranno sostituite con altri lecci. Che in futuro, dunque, potrebbero tornare a subire l’azione del cerambide. La decisione, però, sembrerebbe essere stata obbligatoria: «È stata la soprintendenza a prescrivere il tipo di pianta da scegliere – fanno sapere dal Comune -. Bisognava sostituirli con una specie identica o simile». Sulla possibilità che i problemi degli scorsi mesi possano ripresentarsi, il Comune è cauto: «I lecci si sono ammalati dopo centinaia di anni e per mancata manutenzione». A intervenire sulla questione è anche lo stesso Barbagallo che, rispondendo sui social network, ha dichiarato che l’amministrazione ha consultato «decine di agronomi».

Le critiche agli alberi della villa Belvedere non sono un argomento recente. Già nel 1926, la stazione sperimentale di agrumicoltura e frutticoltura di Acireale, rivolgendosi all’amministrazione cittadina, scriveva: «Malgrado l’energica potatura apportata lo scorso anno, le querce del giardino sembra non riescano a salvarsi dal grave male di cui sono affette. Sarebbe più opportuno – si legge in un documento custodito nell’archivio storico di Acireale – provvedere al possibile rimpiazzo. Consiglio perciò di piantare – concludeva l’espero – dei ficus beniamina, che meglio di ogni altra pianta si presterebbero a tale scopo».

Simone Olivelli

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