Aci S. Antonio, casa vandalizzata dagli ex affittuari Proprietaria: «Il Comune invitava a non sfrattarli»

«Hanno ridotto la mia casa a uno scempio: si presentava piena di escrementi, distrutta e tappezzata di scritte, con un olezzo indescrivibile». Queste le parole di Margherita Bottino, dopo aver visto le condizioni in cui versava il proprio immobile situato nel centro storico di Aci Sant’Antonio. Tre anni fa l’appartamento era stato dato in locazione a una famiglia del Comune etneo. Ma, secondo quanto sostiene la proprietaria, «in tre anni di affitto a 250 euro al mese, solo un anno è stato pagato – racconta –. Nonostante tutto ho cercato di rispettare la famiglia che ospitava l’appartamento». Così, a settembre scorso Margherita decide di intraprendere i procedimenti per lo sfratto. E solo ieri ha potuto fare ingresso nell’immobile insieme agli ufficiali giudiziari e all’avvocato, trovando quello che definisce «uno spettacolo increscioso».

Nel mezzo di tutta la vicenda passano gli alterchi avuti tra la proprietaria e gli ospitati. «I primi cinque mesi non pagavano – dice ancora la Bottino – poi dopo una denuncia tutto si è sbloccato, ma solo apparentemente. Negli ultimi due anni nessun pagamento è stato effettuato, quando andavo mi chiudevano la porta in faccia». Dissidi si sarebbero verificati anche per la fornitura idrica. «Mi hanno accusato di aver tagliato la distribuzione dell’acqua, per questo mi sono rivolta alla procura e ho avuto ragione: non ho mai fatto una cosa del genere». Intanto, la famiglia che viveva all’interno, compresi dei bambini, è andata via qualche giorno fa, lasciando quanto raccontato dalla proprietaria. Che adesso punta il dito contro i Servizi sociali del Comune, mandando una stoccata al sindaco Santo Caruso

Che, sempre secondo la Bottino, avrebbe fatto poco per risolvere la questione. «Quando sette mesi fa ho iniziato le procedure per lo sfratto sono arrivati i Servizi sociali, con un vigile urbano, a chiedermi spiegazioni – continua –. Mi invitavano a continuare a ospitarli fino a quando il Comune non avesse trovato un altro alloggio. Si sono rivolti a me con toni non proprio garbati. Adesso perché non vanno a prendere chi ha fatto tutto questo?». Margherita Bottino, che nella vita è insegnante di Lettere, ci tiene a precisare. «Ho fatto tanto per questa famiglia: mi sono presa cura dei bambini portandoli anche al mare, gli portavo anche dei dolci che preparavo. Loro, di tutta risposta, hanno cercato di farmi passare come se fossi insensibile alla causa – conclude -. Con questo atto vorrei dare un segnale anche a favore dei più piccoli, mostrando che quanto fatto non è certo educato».

Dall’ufficio Servizi sociali di Aci Sant’Antonio replicano che tutto è tornato alla normalità, spedendo al mittente le accuse.  «Non siamo a conoscenza dei danni che ha subito l’appartamento, ma il Comune ha già trovato una sistemazione alla famiglia ospitata», assicura la dottoressa Maria Concetta Busà. «La signora ospitata aveva denunciato la proprietaria accusandola di aver sospeso l’acqua, che è una cosa illegale, specialmente quando ci sono bambini – afferma –. Solo per questo siamo andati a chiedere spiegazioni, invitando la proprietaria a temporeggiare, nell’attesa che avessimo trovato una soluzione». 

Carmelo Lombardo

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