«Ventiquattro famiglie attualmente sono senza casa. Trentadue edifici sono inagibili, 63 parzialmente agibili. Le chiese di Santa Lucia, Consolazione, Sant’Anna e Maria Santissima della Catena sono inagibili. Mentre gli edifici religiosi del Convento e dell’Immacolata in via Finocchiari, di San Nicola e di Sant’Elena e Costantino aspettano i lavori per essere messe totalmente in sicurezza». Questo è il quadro che viene fuori dalle prime parole del sindaco di Aci Catena, Nello Oliveri, che due sere fa ha riferito in Consiglio comunale sulla situazione in cui versa la città dopo il terremoto del 26 dicembre. All’appello delle strutture danneggiate non mancano nemmeno le scuole. Nessun plesso è stato dichiarato inagibile, ma gli istituti Francesco Guglielmino, Emanuele Rossi, quello di via Sant’Antonio a San Nicolò e Santa Lucia sono parzialmente inagibili: le inibizioni riguardano alcune classi o punti isolati, e non hanno comportato né interruzioni delle lezioni né doppi turni. Ma l’assessora Enza Leonardi assicura: «Gli uffici stanno già redigendo i progetti per rendere totalmente agibili i plessi». Insieme al sindaco, in aula, erano presenti la giunta, i responsabili degli uffici comunali e alcuni delegati della Protezione civile, compresa una rappresentanza di esperti venuti anche dalla Lombardia.
Aci Catena è tra i nove Comuni più danneggiati, presente nel decreto d’emergenza del governo. Qui i danni maggiori sono stati riscontrati sugli edifici che poggiano proprio sulla faglia: strutture figlie della cementificazione che dagli anni ’70 agli anni ‘90 non ha risparmiato nemmeno le zone sensibili. Adesso si aspettano gli interventi e i risarcimenti. Questi dovranno arrivare dal governo e passare dal dipartimento regionale di Protezione civile. Tutto è in mano al commissario per l’emergenza Calogero Foti, mentre si valuta il risarcimento dei danni agli edifici. Le somme erogate per gli aventi bisogno potrebbero arrivare anche fino 25 mila euro.
Parallelamente, per altri interventi di minore entità, i soldi possono arrivare attraverso il Cas (contributo di autonoma sistemazione). Il cui modulo, però, come evidenziato anche dai consiglieri comunali di opposizione, non è ancora disponibile sul sito del Comune per i cittadini che desiderano presentarlo. «Ci stiamo mettendo in moto con la protezione civile, che già ha dato direttive – spiega il sindaco – Nei prossimi giorni il modulo sarà disponibile». Attraverso questo strumento si possono ottenere somme fino a 900 euro, in base al nucleo familiare. Sempre l’opposizione, poi, punta il dito contro l’assessore all’Ecologia Giovanni Pulvirenti, poiché, in casi di emergenza, l’area Com potrebbe essere compromessa dalla presenza dei cassoni dell’isola ecologica mobile. Il diretto interessato prova a replicare. «Le isole ecologiche mobili al Com non costituiscono alcun problema – risponde – In caso di emergenza sono facilmente trasportabili con gli scarrabili».
E in attesa di una futura riapertura del Nino Bottino, lo stadio – franato a ottobre – che doveva essere anche un’area di raccolta in caso di emergenze, rimane aperta la questione dell’immobile disabitato di via Libertà. La casa, oggi transennata e inagibile, presentava delle criticità: con l’ultimo terremoto i rischi di eventuali cedimenti sembrano essere aumentati. «Attendiamo direttive dal dipartimento regionale – afferma a MeridioNews il responsabile dell’area tecnica Alfio Grassi – ma per il momento non ci sono progetti per un’eventuale demolizione».
Nel corso della seduta consiliare, si è posta l’attenzione sulla zona nord della città. In particolare su piazza Santa Lucia. Quel punto, di fondamentale importanza, collega Aci Catena ad Acireale: un passaggio è inibito al traffico perché la torre campanaria dell’omonima chiesa è a rischio crollo. «I vigili del fuoco stanno lavorando sul torrione di Santa Lucia e in questi giorni dovrebbe tornare tutto alla normalità, piazza Santa Lucia sarà riaperta – afferma Nello Oliveri a Meridionews – Nella stessa zona, sono state dichiarate inagibili via Rifiano e via Platania perché alcuni edifici hanno riportato dei danni. In via Platania c’è un arco in pietra lavica di valore storico, per cui abbiamo chiesto aiuto alla soprintendenza». Per queste strade non si hanno certezze sui tempi di riapertura, ma la prossima settimana ci sarà un gruppo tecnico di supporto per stabilire gli altri interventi da fare.
Per quanto riguarda i trasporti, il comando dei vigili urbani, in accordo con l’Ast, ha permesso la percorrenza alternativa affinché si mantenesse la linea di San Gregorio, utile per raggiungere sia Acireale che Catania. A tal proposito, da parte della minoranza consiliare arriva pure una proposta: una raccolta firme da sottoporre anche ai Comuni di Aci Sant’Antonio e Acireale per una strada alternativa e nuove infrastrutture che migliorino la circolazione del traffico attorno allo svincolo autostradale: un appello che l’opposizione vorrebbe sottoporre ai governi regionale e nazionale.
La chiusura della zona nord ha rappresentato un danno economico per i commercianti «tra il 40 e il 50 per cento – osserva l’assessora al Commercio Flavia Fortino – L’assessorato regionale ci ha chiesto di inviare una stima dei danni per i commercianti, così da stabilire eventuali somme da inviare. Ad Aci Catena una sola attività è stata considerata inagibile. Per tutti i commercianti colpiti faremo in modo che ci sia uno sgravio fiscale». Su questo fronte, ha sollevato polemiche la sospensione del mercato settimanale che si svolge il mercoledì in piazza Europa, sopra il ponte, sotto cui passa il corridoio senza acqua del torrente Lavinaio-Platani. «Dopo il terremoto, con la chiusura di diverse strade, sono stati gli stessi commercianti a dirci di non fare il mercato – aggiunge Fortino – Avevamo deciso per una soluzione provvisoria, ma i commercianti hanno comunque preferito per la sospensione. Abbiamo effettuato anche un controllo del torrente, che non ha riportato danni».
Sempre nella zona nord sono stati registrati più di 30 guasti alla rete idrica, che hanno messo in ginocchio diverse zone residenziali. Ma l’amministrazione su questo dà garanzie e cifre. «Ci sono già oltre 6mila, e dalla prossima settimana inizieremo i lavori – afferma il vice sindaco Giovanni Pulvirenti -. Stiamo intervenendo con due ditte. Il 21 e 22 gennaio chiuderemo il transito veicolare su via San Giacomo e via Francesco Strano, compreso il tratto tra via Manzoni e via Dante Alighieri».
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